A distanza di quasi quattro anni dall’avvio della procedura, non c’è ancora il via libera per lo stop al pedaggio per lo svincolo di Villafranca, il primo utile spostandosi sulla A20 Messina – Palermo in direzione del capoluogo regionale.
A insorgere chiedendo nuove spiegazioni al Mit, il ministero diretto da Matteo Salvini, è Matilde Siracusano, deputata messinese di Forza Italia e sottosegretario ai Rapporti con il Parlamento. Una misura già prevista e finanziata, che però non ha fin qui dato seguito agli accordi intercorsi tra il Consorzio Autostrade Siciliane (Cas) e la Società Stretto di Messina.
Stop al pedaggio per lo svincolo di Villafranca, ancora niente via libera
L’attuazione pratica resta ferma “per un incomprensibile rimpallo di carte” tra gli uffici del Mit e i soggetti concessionari. La deputata parla di “balletto di bozze” che fa avanti e indietro senza mai approdare alla firma del protocollo d’intesa, per una misura attesa in realtà da decenni da parte degli abitanti della costa tirrenica.
Questo perché lo svincolo ricade all’interno del Comune di Messina (Pontegallo), ma il Cas sembra aver storicamente “fatto spallucce” anche di fronte alle molteplici e numerose raccolte firme da parte dei messinesi, che hanno sottolineato l’ingiustizia nel pagamento del pedaggio in un’area facente parte della tangenziale nord peloritana.
Il nesso con il progetto del ponte
Dietro le dichiarazioni di Siracusano c’è comunque un nesso evidente con il progetto più ampio del ponte sullo Stretto. Per far accettare di buon grado l’abolizione del pedaggio a livello politico, di recente si è pensato di introdurla come misura propedeutica all’avvio dei cantieri.
Una mossa per agevolare i flussi di traffico nella futura area metropolitana e per ridurre i costi per i pendolari e gli operatori locali. Sulla tratta interessata transita una quota significativa di traffico locale e il pedaggio —seppur contenuto— è percepito come un aggravio quotidiano per molte famiglie e piccole imprese.
“Basta perdere tempo”
“Basta tentennamenti e perdite di tempo. Si firmi il protocollo e si dia ai cittadini la misura concreta che è stata approvata”, incalza la deputata forzista. La palla adesso torna nel campo del Mit per una questione, come detto, che si protrae da decenni.
“A20, a Villafranca Tirrena stop ai pedaggi autostradali per i messinesi”. Questo l’oggetto della comunicazione diffusa in data 3 febbraio 2022 dai canali della Regione Siciliana. A quasi quattro anni di distanza da quando l’ex assessore alle infrastrutture della Regione in quota Forza Italia, Marco Falcone, commentava una notizia attesa da decenni per i residenti della zona nord del capoluogo peloritano, dello stop al pedaggio non vi è ancora traccia.
Secondo quanto previsto da quel documento, a partire dall’1 marzo 2022 sarebbero stati rimborsati fino a due transiti giornalieri per un importo massimo complessivo di 200 euro per automobilista. Dalla Regione era previsto un investimento di un milione e mezzo di euro per finanziare l’iniziativa, “utile come ristoro per i disagi patiti da tanti automobilisti per i fondamentali cantieri aperti sulla tratta, come il ripristino del viadotto Ritiro, nonché motivata dalla funzione strategica dell’autostrada A20 come unica circonvallazione della città di Messina”, spiegava l’assessore Falcone.
Poi la data dell’1 febbraio 2025 come quella del possibile stop. A ridosso del giorno tanto atteso, le lancette sono ulteriormente spostate in avanti di altri sei mesi, senza ragione plausibile. Dallo scorso agosto, tutto tace. Il viadotto Ritiro è nel frattempo stato completato nel luglio del 2024, con circa sette anni di ritardi. Ma lo stop al pedaggio di Villafranca resta ancora una chimera, costringendo gli automobilisti messinesi a pagare un pedaggio percepito da sempre come non dovuto.
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