In questi giorni di 83 anni fa, 45 catanesi (tra i 18 e i 50 anni) vennero perseguitati e mandati in confino a San Domino, Isole Tremeti, per espiare la loro “colpa”: essere omosessuali.
Erano gli anni del fascismo e a Catania era di stanza il questore Alfonso Molina. A raccontarci questa storia (di cui in questi giorni ricade l’anniversario ma che in pochi conoscono) è Cono Cinquemani, assistente di volo in cassa integrazione che, con la sua associazione Lab5, organizza tutti i giorni dei tour guidati attraverso i luoghi frequentati dai gay del periodo e racconta come si viveva l’omosessualità tra gli anni Trenta e Quaranta, gli anni del fascismo.
Testimonianze dirette e l’Archivio di Stato fonti di questa storia
Il libro “La città e l’isola” di Gianfranco Goretti e Tommaso Giartosio è in gran parte la fonte di questi ricordi insieme ai documenti ufficiali costuditi nell’archivio di Stato dell’Eur a Roma e scoperti recentemente da una giovane fotografa piacentina, Luana Rigolli.
In tutta Italia durante il periodo fascista furono arrestati e mandati al confino centinaia di uomini la cui unica colpa era quella di essere omosessuale. Tra tutti i confinati nell’Isola di San Domino si scoprì che 45 persone (“ma alcuni ritengono che fossero una sessantina”, ci dice Cinquemani) venivano da Catania.
Lo scrittore Tommaso Giartosio, incuriosito da questo aspetto, nel 1986 venne a Catania per cercare dagli elenchi telefonici queste persone e ricostruirne in qualche maniera la storia. Nacque così il libro “La città e l’isola. Omosessuali al confino nell’Italia fascista”.
L’omicidio del ragionier Ranieri a Catania
Tutto ebbe inizio nel 1937, in seguito all’omicidio del ragioniere Ranieri, borghese omosessuale della Catania della fine anni Trenta. Un omicidio che rimase nel mistero, avvenuto in una Catania presa da altri pensieri (si celebravano i funerali di Angelo Musco).
“In quegli anni a Catania – ci racconta Cinquemani – vi erano due comunità di gay, i “giovani” e i “vecchi”. Questi ultimi, dai 40 anni in su, perlopiù medio borghesi benestanti, vivevano a San Berillo; i più giovani, più pragmatici e scanzonati, rappresentavano il cosiddetto gruppo di San Cristoforo. Proprio nel quartiere di San Berillo, tal Raffaele “la Leonessa”, sembra che vivesse o avesse vissuto per qualche tempo con il ragionier Ranieri. Dopo una serie di screzi i due si separarono e poco tempo dopo il ragioniere venne ucciso nel più fitto mistero. Alcuni dicono che fu il suo ex compagno ad ucciderlo, altri che fu un carabiniere a cui aveva trasmesso la sifilide, altri ancora sostengono che ad ucciderlo fu un cliente dello stesso Ranieri”. Da allora iniziò l’incubo per gli omosessuali di Catania. CONTINUA LA LETTURA

