A febbraio (più o meno) ogni anno in molti comuni siciliani si festeggia il Carnevale, un appuntamento sentito a cui in pochi vogliono rinunciare. Carri allegorici, balli in maschera e luminarie ornano Acireale o Sciacca. Ma qual è l’origine di questa celebre tradizione in Sicilia?
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Da dove nasce la tradizione del Carnevale
Il Carnevale è una delle tradizioni e feste più antiche in Sicilia; infatti, le sue origini risalgono all’età antica quando gli ateniesi, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, toglievano i sigilli dalle botti e si beveva tanto vino in onore del dio Dionisi. Questa era la festa delle Antesterie. Per tre giorni girava per vie delle città un carro che trasportava un cittadino in maschera rappresentato del dio del vino.
E il Carnevale in Sicilia? La festa è legata alla tradizione cattolica (dal termine latino “Carnem levare”, il divieto ecclesiastico di mangiare carne durante la Quaresima). Le prime informazioni le abbiamo dal 1600 in poi. In quei tempi, la Sicilia era dominata dagli spagnoli e a Palermo la festa durava per più di un mese. Con gli anni diventa sempre più un rituale molto sentito.
Esistono anche maschere siciliane. “Jardinara”, “Varca”, “Briganti” o “Cavallacciu” sono tra quelle più tradizionali delle province di Palermo e Catania. Nel mirino dei siciliani anche i potenti dell’isola come i “Baruni” o i “Dutturi”.
Tra sfilate di carri allegorici, maschere antiche e moderne, balli e canti: ecco come alcune delle cittadine siciliane si travestono a festa e si trasformano in occasione del Carnevale.
Il Carnevale di Acireale e Sciacca
Tra i festeggiamenti del Carnevale, considerato tra i più antichi e belli di Sicilia, è senza dubbio quello di Acireale, in provincia di Catania. Già nel 1612 si hanno testimonianze e tracce che nella cittadina etnea c’era l’abitudine di giocare al tiro delle arance e dei limoni.
Carri allegorici in cartapesta ornati di fiori, giochi di luci, luminarie e maschere storiche sfilano per le vie della città. I festeggiamenti terminano il Martedì Grasso, quando alla mezzanotte viene bruciato il “Re Carnevale” con i fuochi d’artificio.
Anche a Sciacca, nell’Agrigentino, la tradizione del Carnevale è molto forte. Anche lì sfilano meravigliosi carri e le maschere che si susseguono nelle varie edizioni. Proprio una delle maschere più curiose è quella di Peppe Nappa, voluta dal senatore Giuseppe Molinari che rappresenta un siciliano beffardo che ha voglia di ballare e godersi la festa.
Il Carnevale è anche festeggiato in molti comuni come Misterbianco, Biancavilla, Termini Imerese, Bronte e Taormina.
Cosa si mangia per Carnevale
Chiaro che non possono mancare i piatti tipici della tradizione culinaria del Carnevale in Sicilia. Immancabile la pasta “che cinque puttusa” (coi cinque buchi) accompagnati dal sugo di carne. Un altro primo è il minestrano del Giovedì Grasso preparato con patate, fave e lardo di maiale.
Le chiacchere sono un altro dolce tipico (anche se nazionale) oltre alle maschere di cioccolato al latte o bianco. Peccati di gola perdonabili ma in fondo a Carnevale…ogni cosa vale!

