Strade siciliane groviera, in Sicilia oltre 48 mila buche - QdS

Strade siciliane groviera, in Sicilia oltre 48 mila buche

Strade siciliane groviera, in Sicilia oltre 48 mila buche

martedì 29 Ottobre 2024

L’allarme del Movimento elettori consumatori: le recenti piogge hanno aggravato la situazione, si rischia la paralisi. L’appello: “Necessario un piano straordinario e una commissione permanente autonoma sulla sicurezza”

PALERMO – Sono sempre più le buche presenti lungo le strade siciliane. Voragini in grado di provocare incidente o, nella migliore delle ipotesi, danni alle auto che loro malgrado ci finiscono sopra. Per i consumatori siciliani si fa sempre più necessaria la battaglia legale con i vari enti pubblici che gestiscono le strade.

La viabilità siciliana più un’incognita che una sicurezza

A fare la conta di queste pericolose disconnessioni stradali il Mec, il Movimento elettori consumatori. Stimata la presenza nelle varie arterie dell’Isola di ben 48 mila buche. Un numero ‘monstre’ che dà il senso di quanto la viabilità siciliana sia più un’incognita che una sicurezza per chi ne fruisce quotidianamente. Proprio per questo secondo il Mec l’enorme numero di falle nelle sedi stradali metterebbe in pericolo i trasporti regionali e la situazione si sarebbe aggravata dopo le piogge torrenziali dei giorni scorsi.

Necessario un piano straordinario

Necessario un piano straordinario e una commissione permanente autonoma sulla sicurezza stradale. “Le piogge di questi giorni – ha affermato Claudio Melchiorre, presidente del Mec – hanno letteralmente scoperchiato il cattivo stato delle strade. Non esiste area siciliana dove si possano percorrere più di millecinquecento metri senza incontrare una buca che mette a rischio la salute e integrità fisica dei conducenti e meccanica dei mezzi”.

La viabilità è uno dei temi critici della nostra regione

“La viabilità è uno dei temi critici della nostra regione. Non abbiamo trasporti pubblici affidabili, né su gomma né su strada ferrata. Più dei due terzi dei siciliani è obbligato a usare mezzi propri per spostarsi. Se il parco auto è vecchio per la povertà media che non è seriamente tenuta in considerazione dalla politica siciliana, e il sistema viario si riempie di buche e di ostacoli a ogni pioggia, rischiamo la paralisi”, ha aggiunto Melchiorre.

Il Mec assicura assistenza legale ai consumatori siciliani

Il Mec ha quindi assicurato assistenza legale ai consumatori siciliani che abbiano subito danni o incidenti dovuto al cattivo stato delle strade. “Non basta parlare di risarcimenti – sottolinea Melchiorre -. Chiediamo alla Regione e ai Comuni, specie capoluogo, di attivare insieme ai consumatori un monitoraggio costante della qualità e della sicurezza delle strade”.

Secondo l’associazione dei consumatori su 14.700 chilometri di strade siciliane, quasi un terzo è inutilizzabile per interruzioni dovute a frane che non sono state messe in sicurezza. I restanti 10 mila chilometri di strade ancora percorribili sono falcidiati da asfalti inadeguati, continui rattoppi, anche per rinnovo delle reti dei servizi.

I volontari del Mec, con un controllo su cento chilometri di strade urbane ed extraurbane, hanno constatato in media 4,7 buche o ostacoli potenzialmente pericolosi per gli automobilisti, e ancor più per i motociclisti, per ogni chilometro di strada.

“Il nostro ‘buche index’ – continua la nota dell’associazione – dice che oggi ci sono quarantottomila ostacoli pericolosi da rimuovere nella nostra regione. Una regione che rischia la paralisi per buche delle proprie strade non può lamentare che Roma la trascuri. Dobbiamo mettere mano alla messa in sicurezza delle strade siciliane”.

“La manutenzione straordinaria delle sedi stradali e degli asfalti deve essere realizzata subito, in collaborazione con Anas, con le ex Province e i Comuni. Una commissione permanente, dotata di fondi autonomi, che controlli e ispezioni sistematicamente la qualità e la sicurezza delle nostre strade è necessaria e crediamo che la Regione possa e debba inserirla nelle attività strategiche della Regione sin dalla prossima finanziaria regionale”.

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