Dopo l’udienza delle scorse ore del processo in Corte di assise a Palermo, l’ultimo inquietante retroscena sulla tragedia di Altavilla Milicia emerge soltanto oggi. Come evidenziato da “La Repubblica” infatti, al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine sul luogo del delitto la tavola era apparecchiata per una sola persona, un commensale speciale.
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Infatti, il tavolo era composto da un solo piatto, un coltello, una forchetta e un bicchiere, quest’ultimo con la scritta del nome del commensale, l’unico “in tavola”: “Gesù”.
Strage di Altavilla, l’oscuro mistero del tavolo apparecchiato per Gesù
Un dettaglio certamente macabro e inquietante, l’ennesimo di una strage avvolta nell’oscurità. Ma cosa accadde lo scorso anno in quella villetta di Altavilla Milicia, località nei pressi di Palermo? Con una voce straziata e immersa dal dolore, un uomo – Giovanni Barreca – chiamò le autorità confessando loro di aver ucciso la sua famiglia.
Sul caso – che ha determinato la morte di Antonella Salomone (la moglie di Barreca) e i due piccoli Emmanuel e Kevin Barreca – sono imputati, oltre che Giovanni Barreca, anche la figlia maggiore Miriam (che come il padre ha confessato) e due amici dell’uomo, Sabrina Fina e Massimo Carandente. La coppia citata però, si è da sempre detta innocente, sostenendo soltanto di essere stata impegnata nella preghiera per quanto accaduto.
L’orribile strage di Altavilla Milicia e le indagini che proseguono
Secondo quanto emerso – e oggi reso ancora più forte dopo l’ultimo dettaglio della tavola apparecchiata per una sola persona che, come si evince dal bicchiere, è “Gesù” – gli imputati avrebbero ucciso moglie e figli di Barreca invocando l’aiuto del Signore per “liberare loro dal demonio”.
Una carneficina di cui sono stati rinvenuti segni di torture sui ragazzi e resti carbonizzati di Antonella Salamone, la moglie di Barreca. Proprio lui, che si è sempre dichiarato colpevole, ha sostenuto di “non essere in sé” al momento della tortura dei suoi cari, con una frase come “I fratelli di Dio mi hanno fatto bere” detta al suo legale durante un colloquio avvenuto dopo l’arresto che, secondo la difesa, farebbe capire il poco stato di lucidità dell’uomo al momento del triplice omicidio.

