Strage di Calenzano, tra le 5 vittime il siciliano Carmelo Corso

VIDEO | Strage di Calenzano, trovato il corpo dell’ultimo disperso: tra le vittime il siciliano Carmelo Corso

VIDEO | Strage di Calenzano, trovato il corpo dell’ultimo disperso: tra le vittime il siciliano Carmelo Corso

Redazione  |
martedì 10 Dicembre 2024

Oltre 20 feriti e cinque vittime: ecco il terribile bilancio dell'ennesimo incidente sul lavoro, che ha colpito anche la Sicilia.

Trovato il corpo dell’ultimo disperso nell’esplosione del deposito Eni a Calenzano, in provincia di Firenze: tra le vittime della strage sul lavoro – cinque in tutto – c’è anche un siciliano, il 57enne Catanese Carmelo Corso.

Sono 26 i feriti, nove dei quali portati in ospedale dalle ambulanze del 118 più altri 17 che si sono presentati da soli in pronto soccorso, con problemi meno gravi. Due dei feriti sarebbero rimasti gravemente ustionati.

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Esplosione di Calenzano, tra le vittime il siciliano Carmelo Corso

L’operaio catanese di 57 anni, che risultava disperso dopo l’esplosione, è tra le vittime dell’ennesimo incidente mortale sul lavoro. Oltre a Carmelo Corso, le altre vittime sono: Vincenzo Martinelli, 51enne originario di Napoli; Fabio Cirelli, 45enne di Matera; Gerardo Pepe, anche lui 45enne, italiano nato in Germania; e Davide Baronti, 49enne della provincia di Varese.

Il siciliano era un noto autista esperto della Rat (Raggruppamento Autotrasportatori Toscani) e in passato era stato anche guardia giurata per l’Eni.

La ricostruzione

Secondo una prima ricostruzione della strage di Calenzano, ancora in fase di accertamento a esplodere – innescando un incendio mortale – sarebbe stata una delle autobotti nelle pensiline di carico, nella zona dove viene caricato il carburante.

“Allo stato è possibile evidenziare che al momento dell’esplosione erano presenti diverse autobotti parcheggiate all’altezza degli stalli di approvvigionamento del carburante”, ha rivelato il magistrato di turno giunto sul luogo dell’esplosione per effettuare un sopralluogo.

Il lutto per l’esplosione di Calenzano

Mercoledì 11 dicembre sarà giornata di lutto regionale in Toscana: lo ha annunciato il presidente Eugenio Giani al termine dell’ultima riunione della Giunta. Il Comune di Calenzano, invece, ha proclamato due giorni di lutto, ieri e oggi.

Solidarietà per le vittime della strage sono giunte da tutta Italia, anche dalla Sicilia, che purtroppo piange un’altra morte bianca: “L’esplosione nel sito Eni, che ha causato la perdita di vite umane, feriti e dispersi, rappresenta un momento di grande dolore e apprensione per l’intero Paese. Desidero rivolgere un pensiero commosso alle famiglie delle vittime e un augurio di pronta guarigione ai feriti. Al contempo, esprimo riconoscenza ai Vigili del fuoco, alle Forze dell’ordine e a tutti gli operatori impegnati nei soccorsi, che con dedizione e coraggio continuano a lavorare per portare aiuto e sicurezza in una situazione così critica. L’evento di oggi ci ricorda, ancora una volta, l’importanza della prevenzione e della sicurezza nei luoghi di lavoro e in tutti i contesti industriali. Siamo pronti a offrire ogni supporto necessario”, ha dichiarato in una nota il presidente della Regione Renato Schifani.

In seguito all’ufficialità della notizia della morte di Carmelo Corso, Schifani ha inviato un’ulteriore nota: “Esprimo il mio più profondo cordoglio e la vicinanza della Regione Siciliana alla famiglia di Carmelo Corso, l’operaio catanese vittima della tragica esplosione di Calenzano. Questa dolorosa notizia colpisce tutti noi profondamente, unendo la Sicilia in un abbraccio solidale verso chi sta vivendo un momento di grande sofferenza. Alla famiglia e agli amici della vittima, giunga il nostro pensiero affettuoso e il sostegno morale in questo momento così difficile. Rinnoviamo, inoltre, il nostro ringraziamento a tutte le squadre di soccorso che hanno operando instancabilmente sul luogo della tragedia”.

L’indagine

Per l’incidente sul lavoro di Calenzano, costato la vita anche al siciliano Carmelo Corso, è in corso un’indagine per omicidio colposo plurimo. Al vaglio anche le ipotesi dei reati di lesioni colpose aggravati dalla violazioni delle norme sulla sicurezza sul lavoro e anche il disastro colposo.

Non si esclude la chiusura del deposito Eni. “Chiediamo che si ripensi complessivamente questo insediamento nel cuore di Calenzano, a due passi dalla ferrovia, a 300 metri dall’autostrada A1 a 500 metri dall’A1, dove insiste, insomma, un nodo infrastrutturale oltre che di contesto urbanistico, molto critico e delicato – ha sostenuto il sindaco di Calenzano, Giuseppe Carovani -. Chiediamo, quindi, una riflessione se questo impianto debba rimanere qui”.

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