La Procura di Termini Imerese ha aperto un’indagine per omicidio colposo plurimo per la strage di Casteldaccia, il terribile incidente sul lavoro costato la vita a 5 operai impegnati in lavori di manutenzione alla rete fognaria.
Il fascicolo al momento è carico di ignoti. A coordinare l’inchiesta è il procuratore Ambrogio Cartosio.
La Procura di Termini Imerese, guidata da Ambrogio Cartosio indaga per omicidio colposo plurimo. Al momento, l’inchiesta è contro ignoti.
Gli inquirenti sentiranno gli operai superstiti e altri testimoni dell’incidente sul lavoro. La Squadra mobile di Palermo ha già ascoltato uno dei sopravvissuti, Giovanni D’Aleo, lavoratore Amap, che ha dato l’allarme, dopo avere sentito le grida dei colleghi intrappolati nella vasca. Sempre ieri sono stati sentiti il direttore dei lavori e il responsabile della sicurezza, indicati dall’Amap, la stazione appaltante delle opere fognarie a Casteldaccia. Il Procuratore Ambrogio Cartosio ha anche effettuato un sopralluogo nel luogo della strage.
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Sono ancora molto pochi i dettagli relativi alla dinamica del tragico incidente sul lavoro, decisamente il più grave registrato in Sicilia dall’inizio dell’anno. Secondo una prima ricostruzione, i 5 operai sarebbero morti mentre stavano eseguendo dei lavori di manutenzione in una cisterna. Tre sarebbero rimasti intrappolati nella vasca di acque reflue, gli altri due sarebbero entrati nel tentativo di liberarli rimanendo a loro volta rinchiusi. Il sesto – uno dei due sopravvissuti – avrebbe tentato di scendere per soccorrere i colleghi ma avrebbe perso i sensi. Al momento si trova al Policlinico di Palermo in gravissime condizioni.
Sulle cause della morte sono attualmente in corso le indagini, ma è probabile che i 5 operai siano rimasti intossicati per le esalazioni di idrogeno solforato. Sono tanti i punti da chiarire: pare, infatti, che gli operai non sarebbero dovuti scendere all’interno della stazione di sollevamento e che non avessero con loro dispositivi di protezione adeguati. Il comandante provinciale dei Vigili del fuoco di Palermo Girolamo Bentivoglio Fiandra ha confermato all’Adnkronos che è “Escluso qualsiasi cedimento o crollo all’interno della fognatura. La vasca era satura di idrogeno di solforato”. In più, avrebbe anche affermato che gli operai “non indossavano le maschere di protezione“.
Giovanni D’Aleo, uno dei due sopravvissuti alla strage di Casteldaccia, ha fornito una testimonianza che sicuramente avrà un ruolo centrale nelle indagini. “All’improvviso ho sentito i miei colleghi che gridavano, e ho dato subito l’allarme. Mi sento un miracolato. Sono sotto shock“: queste le prime parole dopo la strage.
Nelle scorse ore, l’uomo ha parlato anche dei momenti precedenti alla tragedia: “Ho lavorato fino alle 10 nella vasca e tutto è filato liscio. Mi ha dato il cambio mio cugino Giuseppe Miraglia. Poi è successo qualcosa d’imprevisto (…). Ho capito subito che era accaduto qualcosa di grave e ho dato l’allarme”.
Epifanio Assazia, 71 anni; Giuseppe Miraglia, 47 anni; Roberto Raneri, 50 anni; Ignazio Giordano, 59 anni e Giuseppe La Barbera: sono questi i nomi delle vittime. Per loro e per tutti i morti sul lavoro, sindacati e operai hanno organizzato uno sciopero a Palermo, puntando il dito contro la politica e la scarsa attenzione al tema della sicurezza sul lavoro.
Immagine di repertorio