Possibile svolta nell’inchiesta sulla strage di Monreale. Gli inquirenti, infatti, si starebbero concentrando sulla figura di un uomo corpulento e barbuto alla guida di una BMW GS nera: il sospetto è che quest’uomo sia uno dei complici di Salvatore Calvaruso, l’uomo accusato di aver aperto il fuoco. L’attenzione degli investigatori è rivolta all’analisi dei tabulati telefonici e alla localizzazione delle celle agganciate dai cellulari presenti nell’area al momento della tragedia. L’obiettivo è identificare con esattezza tutti i presenti, sebbene gli inquirenti ritengano di aver già individuato i nomi dei soggetti coinvolti. Le prove tecniche, tuttavia, restano cruciali per procedere con eventuali ulteriori arresti.
La testimonianza
Un testimone, rifugiatosi all’interno del bar, ricorda un uomo di grossa corporatura sparare, ma la concitazione del momento gli impedisce di fornire dettagli più precisi. Un altro testimone riferisce di una raffica di colpi, quasi simultanei, suggerendo la presenza di più armi da fuoco. Di particolare rilievo la testimonianza di Nicolò Cangemi, ferito di striscio a una gamba, che racconta di aver tentato di disarmare un uomo armato, venendo però colpito durante la colluttazione. Cangemi ricorda anche l’arrivo di una seconda motocicletta con a bordo individui che avrebbero anch’essi sparato. La sua testimonianza, pur preziosa, non è sufficiente a identificare con certezza l’aggressore.
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