Ora anche chi vive allo Zen ha paure. Minacce e un ambiente diventato ostile hanno costretto alcune delle famiglie del gruppetto dei carnefici di Monreale a lasciare la zona e il quartiere di una vita. Come riporta il Giornale di Sicilia, un piccolo esodo che si è via via consumato nei giorni immediatamente successivi alla strage della notte del 27 aprile, che per alcuni si è rivelato necessario.
Via i genitori di Calvaruso
I primi costretti ad allontanarsi sono stati i genitori di Salvatore Calvaruso: raggiunti dalla lapidazione dei social, che prosegue senza sosta, hanno fatto le valigie e abbandonato il quartiere dopo avere ricevuto anche delle pressioni.
La complicità
A ruota, a mano a mano che i carabinieri stringevano il cerchio sugli indiziati, anche altri nuclei avrebbero preferito allontanarsi. O hanno fatto in modo che i ragazzi non fossero reperibili: è il caso di Mattias Conti, che si è poi consegnato ai carabinieri della compagnia di Monreale dopo che i militari avevano perquisito la casa dei genitori senza, però, trovarlo. L’ambiente tra i casermoni è caldo e si riflette sulla vita quotidiana.
La corsa in moto e gli spari
In merito ai presunti responsabili della sparatoria culminata nella strage di Monreale, un altro testimone aggiunge: “Li vedevo transitare a velocità e si fermavano pochi metri più avanti del ristorante Bricco e Bracco. In questo momento il passeggero, con grande destrezza, scendeva dalla moto e puntando la pistola in direzione di un ragazzo che saliva da via Arcivescovado tentava di colpirlo con almeno 4/5 colpi. Ricordo che il ragazzo tentava di saltare per evitare i colpi, inoltre si lanciava dietro la fioriera di Bricco e Bracco per proteggersi dai colpi (…). Subito dopo il passeggero del BMW risaliva a bordo della moto e si davano alla fuga. Nello specifico si metteva in piedi sulla moto come passeggero e sparava in aria diversi colpi d’arma da fuoco”.

