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“La vittima cercava di schivare i colpi, ma continuavano a sparare”, il racconto atroce della strage di Monreale

“La vittima cercava di schivare i colpi, ma continuavano a sparare”, il racconto atroce della strage di Monreale
Strage di Monreale – QdS

Dopo l’arresto del terzo indagato, il 19enne Mattias Conti, continua la ricostruzione della notte degli orrori e della violenza a Monreale.

I testimoni della strage di Monreale – le cui dichiarazioni sono state inserite nel provvedimento di fermo del terzo indagato Mattias Conti, 19 anni, arrestato dai carabinieri nelle scorse ore – raccontano i terribili momenti della sparatoria culminata nella morte di Salvatore Turdo, Massimo Pirozzo e Andrea Miceli.

La testimonianza, assieme a una fotografia finita sui social e risalente alla notte della sparatoria, sarebbe stata determinate per il fermo del terzo indagato, accusato dei reati di strage e lesioni personali aggravate – in concorso con gli altri due coetanei – Salvatore Calvaruso e Samuel Acquisto, già arrestati il 27 aprile e il 4 maggio scorsi – e di detenzione illegale e porto abusivo di pistola.

Il racconto dei testimoni della strage di Monreale

Questo il racconto di un prezioso testimone ai pm: “La notte dei fatti accaduti mi trovavo con alcuni amici al Bar Italia. Ad un certo punto notavo molta confusione e, girandomi, mi accorgevo che vi era una lite in atto tra alcuni ragazzi in prossimità del Bar 365 e della banca Unicredit. In questo stesso frangente avvertivo alcuni colpi d’arma da fuoco e decidevo quindi di scappare con la mia comitiva verso l’attività denominata ‘Sconza Joco’, situata alle spalle del bar Italia, dopo l’incrocio con Via Palermo. Prima di arrivare alla suddetta attività, mi giravo verso il bar Italia e notavo una moto di grossa cilindrata che proveniva da via Palermo e girava verso via benedetto d’Acquisto con due soggetti a bordo senza casco”.

E ancora, il testimone della strage di Monreale racconta: “Posso riferire con certezza che il passeggero della moto di grossa cilindrata, dopo essersi alzato sulla motocicletta, estraeva dalla schiena una pistola e, dopo aver ‘scarrellato’, esplodeva diversi colpi d’arma da fuoco. In questo frangente, impaurito dagli ulteriori spari, mi chiudevo all’interno del locale”.

La corsa in moto e gli spari

In merito ai presunti responsabili della sparatoria culminata nella strage di Monreale, un altro testimone aggiunge: “Li vedevo transitare a velocità e si fermavano pochi metri più avanti del ristorante Bricco e Bracco. In questo momento il passeggero, con grande destrezza, scendeva dalla moto e puntando la pistola in direzione di un ragazzo che saliva da via Arcivescovado tentava di colpirlo con almeno 4/5 colpi. Ricordo che il ragazzo tentava di saltare per evitare i colpi, inoltre si lanciava dietro la fioriera di Bricco e Bracco per proteggersi dai colpi (…). Subito dopo il passeggero del BMW risaliva a bordo della moto e si davano alla fuga. Nello specifico si metteva in piedi sulla moto come passeggero e sparava in aria diversi colpi d’arma da fuoco”.

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