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Strazio e lacrime ai funerali di Santo Re, la rabbia dei parenti: “Ucciso senza un perchè, non vendetta ma giustizia”

Strazio e lacrime ai funerali di Santo Re, la rabbia dei parenti: “Ucciso senza un perchè, non vendetta ma giustizia”

Il trentenne pasticciere del noto bar Quaranta, ucciso a coltellate lo scorso 30 maggio sul lungomare di Ognina

Il giorno del dolore, della rabbia, del ricordo. “Non vendetta ma giustizia”, gridano le centinaia di persone presenti nella cattedrale di Catania per i funerali di Santo Re, il trentenne pasticciere del noto bar Quaranta, ucciso a coltellate lo scorso 30 maggio sul lungomare di Ognina.

“Non vendetta ma giustizia”

“A Santo ai suoi familiari, accanto al sepolcro di Sant’Agata, oggi tutta Catania soffre, riflette e non vuole perdere la speranza, perché quando si varca la porta di una chiesa non bisogna mai uscirsene senza speranza. Non vogliamo vendetta ma giustizia – dice monsignor Luigi Renna, l’arcivescovo di Catania che ha celebrato la funzione religiosa -.Tutta Catania soffre con chi soffre, con voi, cara moglie di Santo, cari genitori, e preghiamo perché la sofferenza rimanga il più lontano possibile dalla bambina che è nata dal vostro amore. Sono sicuro che voi saprete riempire questo vuoto con la grazia di Dio. Soffre tutta la gente di Ognina, la gente che lavora in quel borgo laborioso, accogliente, che è una delle parti più belle della nostra Catania, ma che oggi è stato ferito.

La sofferenza è grande perché questa morte è diversa dalle altre. Non è la morte di chi muore in un ospedale per una malattia, non è la morte di chi ha raggiunto una veneranda età, è la morte di chi è stato colpito all’improvviso da chi non se l’aspettava, da quella mano che tante volte egli aveva con gentilezza nutrito. È una morte ingiusta e non dobbiamo aver paura di dirlo, come sono ingiuste tutte le morti violente”.

Il presunto assassino non risponde alle domande

Intanto, John Obama, il 37enne posteggiatore abusivo originario dello Zimbabwe, arrestato per l’omicidio, si è avvalso della facoltà di non rispondere durante l’interrogatorio di garanzia. Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere.

Le indagini, coordinate dal procuratore aggiunto Fabio Scavone e condotte dalla squadra mobile e dalle volanti della Questura di Catania, si avvalgono di prove schiaccianti: due testimoni oculari e le immagini delle telecamere di videosorveglianza della zona. Quando è stato fermato, Obama aveva ancora vestiti e mani sporchi di sangue.

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