Stretta dell'Ue per contrastare il secondary ticketing - QdS

Stretta dell’Ue per contrastare il secondary ticketing

Marco Carlino

Stretta dell’Ue per contrastare il secondary ticketing

mercoledì 01 Maggio 2019

Il Parlamento Europeo, nell’ultima plenaria di questa legislatura, svoltasi lo scorso 17 aprile, prima delle elezioni del prossimo 26 maggio, ha approvato la modifica di una direttiva che stabilisce alcune regole per contrastare il fenomeno del secondary ticketing. Dopo il voto del Parlamento toccherà poi al Consiglio, che dovrà formalmente applicare le nuove regole: tutto l’iter dovrebbe concludersi entro il mese di giugno. Una volta ottenuto l’ok del Consiglio, gli Stati dell’Unione dovranno attuare la nuova normativa entro massimo due anni.

Questo fenomeno, intensificatosi in maniera esponenziale in particolare negli ultimi anni, ha permesso ad alcune società di guadagnare milioni acquistando in massa i biglietti venduti online per poi rivenderli sul mercato nero a prezzi gonfiati. Per mettere in atto questo piano, hanno utilizzato dei bot: vale a dire software programmati che acquistano in tempo reale, anticipando tutte le persone fisiche, che si vedono così costretti a ricorrere ad altri metodi per accaparrarsi i biglietti, facendo cosi il gioco di queste società.

L’Unione Europea è intervenuta proprio su questo sistema, rendendo illegale l’utilizzo dei programmi automatizzati. Nella fattispecie, la nuova direttiva non proibisce i bot ma li rende inefficaci: viene vietata infatti la rivendita agli utenti di tutti quei biglietti acquistati automaticamente per aggirare le regole sul tetto massimo di tagliandi acquistabili e fare razzia ai danni dei consumatori.

Un fenomeno dilagante, come si evince dalle statistiche che parlano di bot che riescono a conquistare oltre il 42% dei biglietti acquistati sulle piattaforme di rivendita primaria. E con il progredire della tecnologia questo dato è salito di ben 12 punti rispetto all’anno precedente, toccando il 56%.

Una mano pesante che costituisce una prima volta per l’UE, che su questo tema non aveva mai prodotto una legge vera e propria. Direttiva che fissa uno standard minimo tra gli Stati membri che, in ogni caso, restano liberi di stabilire regole più ferree.

Ad esempio l’Italia ha approvato da poco una legge contro il bagarinaggio online proposta dal deputato M5S e presidente Commissione Affari Europei della Camera dei deputati Sergio Battelli:

L’emendamento prevede l’introduzione del biglietto nominale per tutti gli eventi organizzati in luoghi la cui capienza superi i 5.000 posti. Come già avviene per le partite di calcio di serie A, oltre a strappare il biglietto gli steward dovranno verificare che il nome sul documento di riconoscimento coincida con quello del tagliando. Inoltre è previsto un massimo di acquisto di quattro biglietti per ogni utente.

La norma proposta da Battelli non è stata, però, esente da diverse critiche con molti che hanno lamentato il possibile rallentamento dell’acquisto dei biglietti per via di un sistema soggetto spesso a bloccarsi e dei costi elevanti e proponendo invece altre soluzioni per combattere questo fenomeno, come quello di educare il pubblico.

Ticketone, società che vende gli ingressi per i concerti e che nel 2017 era stato multato dall’Antitrust per aver impedito l’acquisto automatico di una grande quantità di biglietti, ha di recente annunciato un ricorso all’ Autorità delle Comunicazioni per la questione del secondary ticketing, sostenendo che la nominatività dei biglietti non risolverà il problema del bagarinaggio.

Esposto che ha fatto storcere il naso all’Unione Nazionale Consumatori, l’associazione che per prima aveva fatto reclamo all’Antitrust, che attraverso il presidente Massimiliano Dona ha mostrato incredulità per questo esposto.

Marco Carlino

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