L’equilibrio geopolitico è cambiato, o sta crollando, anche intorno a Benjamin Netanyahu. Le motivazioni della sentenza della Corte di giustizia internazionale che lo condannano quale criminale di guerra senza dubbio alcuno, la precarietà dei rapporti di forza in Occidente e la necessità di risolvere le azioni militari di Israele su Gaza affinché l’alleato non impedisca moralismi sull’Ucraina, stanno rivelando il rapido abbandono delle cancellerie atlantiche al primo ministro di Israele. In questo contesto, per il quale la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si riserva altro tempo per la risoluzione Ue ma che lascia già intendere una chiara e netta condanna nei confronti di Netanyahu, sta muovendo ora con maggiore intensità anche i partiti italiani di opposizione. Il trio Schlein-Conte-Bonelli&Fratorianni scenderà in piazza sabato 7 giugno per una manifestazione contro il “massacro del popolo palestinese”. Anche in Sicilia però la deputazione regionale vuole dire la propria affrontando una discussione generale all’Ars sulla questione Gaza.
“Stop genocidio a Gaza”, la questione all’Ars
L’Assemblea regionale siciliana, rappresentanza parlamentare siciliana, vuole discutere quanto accade sulla Striscia ed assumere così la rappresentanza dell’Isola quale volontà del Parlamento più antico del mondo da sottoporre al governo nazionale. Un indirizzo, proposto con un ordine del giorno dal deputato del Partito democratico all’Ars Mario Giambona, nelle scorse sedute, contenente ciò che – ad avviso dei sottoscrittori – è ormai improcrastinabile. L’ordine del giorno a prima firma Giambona e sottoscritto dall’intero gruppo dem, mira a impegnare il Governo regionale “ad avviare urgentemente le opportune interlocuzioni istituzionali con il Governo centrale finalizzate a porre in essere ogni azione possibile mirata ad ottenere” una serie di punti chiave per la risoluzione politica italiana.
Le richieste
Tra questi: la cessazione immediata del genocidio in atto in Palestina e dell’aggressione militare israeliana nella regione mediorientale; l’apertura dei valichi per consentire l’ingresso degli aiuti umanitari nella Striscia di Gaza; lo smantellamento dell’entità sionista come progetto coloniale basato sulla pulizia etnica, in conformità a quanto riconosciuto dalla Corte Internazionale di Giustizia nella sentenza del 24 maggio 2024; il riconoscimento della resistenza palestinese, in tutte le sue forme legittime, come diritto previsto dal diritto internazionale e ispirato alla lotta partigiana italiana contro il nazifascismo; l’attuazione del diritto al ritorno dei profughi palestinesi, sancito dalla Risoluzione 194/1948 delle Nazioni Unite, e pieno riconoscimento del diritto all’autodeterminazione del popolo palestinese.
Lo striscione e le manifestazioni della politica
Si aggiungono al documento altre proposte mirate alla tutela del popolo palestinese che in premessa, come ricorda l’odg, “il genocidio in corso nella Striscia di Gaza ad oggi conta oltre 56.000 vittime” ad oggi, e secondo le stime “di organismi internazionali questo dato viene addirittura raddoppiato”. Mozioni, ordini del giorno, anche siparietti in aula stanno caratterizzando la presa di posizione dell’opposizione parlamentare verso le azioni militari di Gaza.
La vice capogruppo del M5s all’Ars, Roberta Schillaci, martedì a Sala d’Ercole ha esposto un foglio con scritto “Stop genocidio” con la scusa di ringraziare la presidenza dell’Ars per “i sudari di Gaza esposti” nel piazzale. L’onorevole Ismaele La Vardera, gruppo misto ma leader del movimento Controcorrente, ha fatto da controcanto alla collega intervenendo sulla vicenda e “spiegando” che, quella nel piazzale, era una mostra d’altro e che non si trattava di sudari di Gaza. Poi Giambona, che dal pulpito ha ribadito la mozione del suo gruppo e la richiesta di dibattito in aula con la maggioranza e il Governo che verrà riproposta “ad ogni seduta d’aula”.
Il re è nudo, o forse il premier è rimasto solo. Così anche in Sicilia il grido di intolleranza verso la condotta israeliana a Gaza e nei confronti del popolo palestinese fa prendere posizione. Sull’ordine del giorno, però, la presidente Luisa Lantieri, che martedì ha sostituito il presidente Gaetano Galvagno impegnato con Palazzo d’Orleans, ha annunciato che ci sarà tempo “dopo la variazione di bilancio” per affrontare la discussione. Questo accadeva però quando il dato del raid israeliano della notte precedente contava altre 36 vittime tra i palestinesi, dei quali 18 bambini.
La voce quindi ha iniziato ad alzarsi, anche con manifestazioni notoriamente censurate in giro quando ad opera di studenti universitari e/o altri movimenti della società civile. Il deputato La Vardera, oggi, al mattino è entrato nella sala stampa dell’Ars e ha affisso sul balcone uno striscione che recitava “Stop genocide”.
Una scelta mirata quella della locuzione inglese, visto il grandissimo numero di turisti che da ogni parte del mondo visitano ogni giorno Palazzo dei Normanni accedendo proprio da Piazza del Parlamento. Per dieci minuti circa lo striscione è rimasto in bella vista. Poi, la dove è vietato perfino affacciarsi, i commessi dell’Ars hanno provveduto a rimuoverlo. “Un atto dovuto – ha detto il fondatore di Controcorrente -, che vuole essere un messaggio di pace. Sono stanco di vedere il parlamento più antico del mondo non esprimersi in nessun modo su temi come quello della guerra. Aldilà degli steccati e dei campanilismi, prima di tutto viene la vita e non possiamo rimanere inermi davanti a vite umane spezzate”.
“Mi auguro – conclude La Vardera – che il presidente dell’Ars, mi autorizzi ufficialmente l’esposizione di questo manifesto pro-vita perché in casi come questi, messaggi e simboli sono importanti”.
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