Il 2022 sarà ricordato dagli abitanti di Stromboli, isola tra le più gettonate del turismo internazionale dell’arcipelago delle Eolie, come un “annus horribilis”.
Non bastava la perenne calamità naturale di un vulcano sempre in attività, quest’anno a metterci lo zampino è stata anche la mano dell’uomo che prima ha causato un incendio catastrofico che ha mandato in fumo gran parte dell’oasi naturale alle pendici del vulcano; poi, di riflesso, è stato la causa dello scivolamento a valle di tonnellate e tonnellate di detriti dell’incendio, mai rimossi, misti a fango e sabbia vulcanica che hanno inondato e seppellito una parte dell’abitato, causando danni per svariate decine di milioni, ancora in corso di valutazione.
Infine, – come a mettere la ciliegina sulla torta – è arrivata pochi giorni fa l’ultima colata lavica, che per fortuna sfoga la sua forza nella “sciara del fuoco“, una delle aree disabitate dell’isola, caratterizzata da ripetuti crolli della parete del cratere che hanno causato anche una nube piroclastica fino al mare.
Fenomeni che negli ultimi due giorni hanno provocato una enorme nube vulcanica che – spinta dal vento – ha raggiunto l’altro versante di Stromboli, ammantando tutte le case e le vie con una copiosa e sottile coltre di sabbia finissima.
Nella notte a cavallo tra il 25 e il 26 maggio 2022 alle pendici del vulcano Stromboli, a quota 400 metri, è scoppiato un incendio catastrofico. Le fiamme, alimentate dal forte vento di Scirocco, non hanno dato scampo alla fitta vegetazione dell’isola, divorata in una notte. I volontari e i componenti dei vigili del fuoco hanno lottato per ore e ore per impedire che le fiamme raggiungessero le prime case del paese, riuscendoci appena in tempo.
Dal giorno dopo il rogo è iniziata la conta dei danni. Svariati milioni di euro di danni, con una ferita indelebile per tutta quella vegetazione e i sentieri che ogni anno è meta di migliaia di escursionisti. Sono partite poi le prime disdette e le proteste contro i presunti autori del rogo di Stromboli, verosimilmente una troupe di una casa cinematografica che per conto della Rai stava girando sull’isola una fiction, ironia della sorte, intitolata “Protezione civile”.
Ricostruendo l’origine delle fiamme, si è scoperto che i tecnici della troupe proprio quel giorno avevano intenzione di appiccare un fuoco “pilotato” per girare alcune riprese sul salvataggio di alcune persone intrappolate in una casa avvolta dalle fiamme. Ma dalla fiction si è passati alla realtà e questo gesto è costato quasi tutta la vegetazione dell’isola. Sull’episodio la Procura di Barcellona Pozzo di Gotto ha aperto un fascicolo di indagine contro ignoti, ancora aperto.
Nei giorni successivi, però, a lanciare l’allarme su quello che sarebbe potuto accadere all’arrivo delle prime piogge è stato l’ex sindaco di Lipari, Marco Giorgianni. Oltre a presentare un esposto alla Procura sulle mancate autorizzazione della troupe, ha lanciato anche l’allarme su quello che sarebbe potuto accadere in caso di nubifragio senza interventi di bonifica.
E il nubifragio è arrivato. Al primo violento temporale di metà agosto Stromboli frana giù, come era stato ampiamente preventivato. Sono bastate poche ore di pioggia torrenziale e l’abitato strombolano si ritrova in mezzo al fango. I danni, il giorno dopo, sono ingentissimi. Case sgombrate, proteste a raffica, alberghi soffocati dal fango. Turisti in fuga. Federalberghi isole minori, per bocca del suo presidente Christian del Bono, ha gridato allo scandalo chiedendosi come mai, nonostante gli allarmi lanciati in precedenza, nessuno delle autorità dopo l’incendio abbia pensato a una bonifica dei luoghi per evitare che i detriti nei torrenti fungessero da diga. Ancora una volta, la Procura di Barcellona ha aperto un fascicolo di indagine, questa volta sulla mancata prevenzione.
Secondo una prima stima, i danni sono stati pesantissimi per l’economia dell’isola. Si vociferano cifre astronomiche, oltre i 50 milioni, ancora oggi in corso di inventario. “Allo Stato – spiega Del Bono – gli abitanti stanno compilando la domanda per il risarcimento per l’alluvione. Crediamo che una cifra attendibile non si avrà prima della fine di questo mese, quando la gestione commissariale farà un bilancio”.
Il 9 settembre, dopo ripetuti solleciti, si è mosso anche il Governo. È arrivato in visita a Stromboli il capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, che ha annunciato lo stanziamento di un milione di euro di fondi da parte del Governo Draghi a favore dell’isola per i primi lavori di somma urgenza e nomina commissario per l’emergenza l’attuale sindaco di Lipari, Riccardo Gullo. Quest’ultimo ha tenuto subito dopo alcune infuocate riunioni con la cittadinanza e vietato anche alla troupe della fiction di rimettere piede sull’isola per ultimare le riprese, come se nulla fosse.
Meno di due mesi dopo l’alluvione, il vulcano è tornato a fare il suo lavoro. Nuova colata e nuova emergenza, con il livello dell’attenzione elevato dalla Protezione civile da giallo ad arancione.