Un altro capodoglio, della lunghezza di circa sei metri, in avanzato stato di decomposizione, è stato trovato a quattro miglia al largo di Stromboli, nell’arcipelago delle Isole Eolie.
Si tratta della quinta carcassa di capodoglio trovata in Sicilia in una settimana (nella foto il capodoglio rosa spiaggiato a Lascari, nel Palermitano).
“La quantità di plastica trovata nello stomaco dei capodogli – ha spiegato Carmelo Isgrò del museo della fauna dell’Università di Messina, smentendo un’ipotesi accreditata – non può giustificare la morte. La causa va cercata altrove: forse un’infezione o interazioni con i sonar”.
Il capodoglio, il cui nome scientifico è physeter macrocephalus, ènon è un pesce ma un cetaceo, un mammifero.
E’ conosciuto anche come fisetere, dalla parola greca che indica uno sfiatatoio, per via dell’abitudine a “soffiare” fuori l’aria proprio dal foro posto sulla parte frontale della testa quando si immerge, fino a profondità di 2200 metri, trattenendo il respiro per più di due ore.
Si tratta del più grande animale vivente munito di denti: misura infatti fino a 18 metri di lunghezza.
Il termine “capodoglio” deriva da “capo d’olio” e trae origine dalla sostanza oleo-cerosa presente nel loro cranio per la quale venivano cacciati fino a tempi recenti nell’arcipelago atlantico portoghese delle Azzorre.
L’enorme testa e la forma caratteristica del capodoglio, così come il ruolo centrale che ricopre in Moby-Dick di Herman Melville, hanno consentito a molti di descriverlo come l’archetipo della balena.

