Nella scuola “Giovanni Pascoli” di Milano, una rivoluzione silenziosa sta cambiando il modo di vivere e concepire la diversità. In un contesto in cui l’inclusione degli studenti con disabilità è spesso un obiettivo difficile da raggiungere, gli alunni stessi si sono trasformati in protagonisti di un intervento esemplare per abbattere l’emarginazione e costruire una comunità scolastica più coesa. Nonostante le normative che tutelano il diritto allo studio per tutti, spesso gli studenti con disabilità si trovano isolati, non tanto per la mancanza di strutture adeguate, ma per le difficoltà relazionali. L’isolamento sociale, infatti, è una barriera invisibile, ma potente, che può rendere l’esperienza scolastica dolorosa e solitaria per questi studenti.
Nella “Giovanni Pascoli”, alcuni episodi di esclusione, seppur involontari, hanno spinto il consiglio degli studenti a riflettere sul loro ruolo nella promozione dell’inclusione. “Abbiamo capito che la vera inclusione non si fa solo con le rampe o gli ascensori, ma con le relazioni,” ha dichiarato Marco, rappresentante di classe del quarto anno.
Il progetto: “Un ponte tra di noi”
Il consiglio degli studenti ha così lanciato il progetto “Un ponte tra di noi”, un’iniziativa che mira a coinvolgere tutti gli alunni in attività pensate per abbattere le barriere emotive e sociali. Il progetto, nato dalla collaborazione con i docenti e le famiglie, ha previsto una serie di interventi concreti:
- Tutoraggio inclusivo: ogni studente con disabilità è stato affiancato da un “tutor alla pari”, uno studente volontario che lo accompagna non solo nello studio, ma anche nei momenti di socialità, come le pause pranzo o le attività extrascolastiche.
- Laboratori di sensibilizzazione: sono stati organizzati incontri in cui esperti e associazioni hanno raccontato le diverse sfaccettature della disabilità. Questi laboratori hanno permesso agli studenti di comprendere meglio le sfide quotidiane affrontate dai loro compagni.
- Giornate di condivisione: eventi sportivi, artistici e ludici, dove gli studenti si sono mescolati in squadre miste, rompendo le dinamiche di esclusione e valorizzando i talenti di ciascuno. A sei mesi dall’avvio del progetto, i risultati sono tangibili. Chiara, una studentessa non vedente, racconta: “Prima mi sentivo sempre fuori posto, ma ora ho tanti amici che mi includono in ogni cosa. Non sono più ‘la ragazza cieca’, ma semplicemente Chiara”.
Anche gli insegnanti hanno notato un clima diverso in classe. “Il progetto ha insegnato ai ragazzi a guardare oltre la disabilità, a vedere il valore della persona e non le sue difficoltà”, ha sottolineato la professoressa Martelli, docente di lettere. L’esperienza della “Giovanni Pascoli” ha attirato l’attenzione di altre scuole e associazioni del territorio, che stanno valutando di adottare iniziative simili. “Non abbiamo fatto niente di straordinario”, ha commentato il preside, “abbiamo semplicemente dato voce ai ragazzi, permettendo loro di fare la differenza”.
Questa esperienza dimostra che l’inclusione non è solo un dovere istituzionale, ma un’opportunità per crescere come comunità. Gli studenti della “Giovanni Pascoli” ci insegnano che abbattere le barriere della disabilità è possibile, a patto di impegnarsi insieme, con creatività, empatia e coraggio. Una lezione che va oltre le mura scolastiche e parla al cuore di tutti.
Gli alunni della 5C Tecnico delle Biotecnologie Sanitarie
IIS “E. Fermi” di Licata (Ag)

