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Stupro di Palermo, il mistero dei video su TikTok di uno degli indagati in carcere

Si parla ancora dello stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo. Dopo il caso dei gruppi su Telegram con i video dell’orribile violenza, fanno discutere le dichiarazioni attribuite a uno degli indagati – il 19enne Christian Maronia – che in un post su Tiktok avrebbe usato l’hashtag #nonhofattonulladimale rispondendo alle critiche e agli insulti ricevuti per il suo presunto coinvolgimento (ricordiamo che le indagini sono ancora in corso) nella vicenda di atroce violenza.

Nel frattempo, nelle scorse ore si sono svolti alcuni degli interrogatori dei 7 indagati: la difesa avrebbe tentato di far apparire il rapporto della vittima con i 7 giovanissimi come “consensuale”. Questo mentre l’unico minorenne indagato, pur avendo confessato il proprio coinvolgimento, sarebbe stato al momento scarcerato (non senza polemiche).

Stupro di Palermo, il post e i video su TikTok

“Questo è un messaggio per tutte le persone che mi insultano sull’altro profilo e molto probabilmente anche qua”, inizia il messaggio.

“Non ero in me quando questo è successo ed è brutto sentirsi dire certe cose (fa molto male). In tutto ciò spero che le persone la smettano con queste stupidaggini perché non ero in me ed ero stato trascinato dai miei amici. Ciao”. Al messaggio sul caso dello stupro di gruppo di Palermo, seguono una serie di hashtag: tra questi “#nonhofattonulladimale“. Una scelta che in tanti sul web hanno ritenuto infelice, sperando anche che si tratti un profilo fake e che quelle parole le abbia pronunciate qualcun altro.

Non si tratta dell’unico video su TikTok da parte del 19enne indagato per lo stupro. Ce ne sarebbero diversi altri in giro sui social, con scritte del tipo: “Con che faccia la gente insulta gli innocenti” e cose simili. Questo suscita inevitabilmente una domanda: come fa a girare video se si trova in carcere? L’idea “popolare” è che a utilizzare il profilo, tra l’altro di recente apertura, siano dei parenti o degli amici del ragazzo e che i filmati siano stati girati prima dell’arresto di pochi giorni fa. Non è escluso, però, che qualcuno abbia riprodotto i video del reale profilo principale dell’indagato per generare odio o forse per difendere il 19enne.

Stupro di Palermo, i post su TikTok

I video su Telegram

A prescindere dai dubbi sul questi misteriosi post su TikTok seguiti agli arresti per lo stupro di gruppo al Foro Italico di Palermo, c’è un’altra triste realtà su questo fatto di cronaca: su Telegram esistono diversi gruppi di gente alla ricerca del video della brutale violenza. Quei gruppi ci sono, sono visibili e promettono la possibilità di scaricare e condividere un filmato atroce. L’ennesimo attacco alla dignità di una 19enne la cui vita è cambiata per sempre.

Quello dello stupro di Palermo è ormai diventato un caso mediatico, il cui processo sembra destinato a svolgersi non solo nelle aule di tribunale ma anche e soprattutto sul web e sui social.

Immagine di repertorio