La Sicilia è una delle regioni più colpite dall’abusivismo edilizio, insieme a Lazio, Campania, Puglia e Calabria. In queste aree – la Calabria è quella che sta messa peggio – stando ai dati di Legambiente, tra il 2004 e il 2022 è stato eseguito soltanto il 15 per cento delle oltre 70mila ordinanze di demolizione emesse dai 435 Comuni. “Un dato che in Sicilia è poco sopra la media delle cinque regioni, pur sempre un misero 19,2 per cento”, fa sapere l’associazione, con il caso virtuoso di Lipari dove ne sono stati abbattuti 538.
Un altro problema che incide nella capacità dello Stato di mettere ordine in un panorama che a tratti sembra incontrollato riguarda la mancata trascrizione degli immobili abusivi nella proprietà immobiliare pubblica. “Solo il 5,6 per cento di quelli colpiti da ordine di demolizione risulta formalmente acquisito dai Comuni”, si legge. Anche in questo caso la Sicilia risulta fare un po’ meglio: nell’isola è registrato al patrimonio pubblico il 12,5 degli immobili abusivi su cui i proprietari non sono intervenuti a fronte delle ordinanze.
Credere nella lotta all’abusivismo edilizio
“Regione e Comuni devono credere nella lotta all’abusivismo e a favore del ripristino della legalità. E il modo migliore per farlo è quello di mettere gli enti locali nella condizione concreta di poter dare esecuzione alle ordinanze, questo significa rimpinguare i capitoli di bilancio in maniera adeguata”, commenta al Quotidiano di Sicilia Paolo Amenta, presidente di Anci Sicilia. L’associazione dei Comuni sostiene con Legambiente l’emendamento alla finanziaria regionale. “Se anziché assegnare cinque milioni per le demolizioni, si stanziano poche centinaia di migliaia di euro, ogni strumento normativo finisce per rivelarsi spuntato”.
Amenta si pronuncia anche sulla questione consenso elettorale: “Pensare che un sindaco cerchi di rafforzarlo non dando seguito alle ordinanze è anacronistico considerato lo scempio che abbiamo in certi litorali, la verità è che però devono essere messi in condizioni di operare e i bilanci degli enti locali non consentono di anticipare risorse”.
La proposta di un nuovo condono
In merito alla proposta di un nuovo condono, il sindaco di Carini Giovì Monteleone ha detto: “Incoraggia l’idea che si possa continuare ad abusare del territorio tanto, prima o poi, un perdono arriva sempre. Quarant’anni di condoni hanno comportato danni irreversibili al fragile equilibrio del territorio italiano e messo in difficoltà i Comuni che non hanno potuto realizzare opere di urbanizzazioni adeguate per recuperare interi agglomerati abusivi realizzati per renderli vivibili e a misura d’uomo”.

