Sentiamo continui proclami pubblici e privati relativi a una balla colossale e cioè che il Sud è la locomotiva del Paese. Magari fosse così. Smentiamo questa improvvida informazione con due dati inoppugnabili.
Il primo riguarda proprio il Prodotto interno lordo, com’era e quali sviluppi ha avuto in questi ultimi anni.
Il secondo riguarda uno dei settori economici più importanti e cioè quello turistico, che è confermato dalle presenze, cioè dai pernottamenti. Infatti è del tutto noto che il turismo mordi e fuggi di quelli che vanno in una località il mattino e se ne vanno via il pomeriggio o la sera è un turismo perdente, in quanto provoca aggravi di costi come energia, pulizia, rifiuti, eccetera, ma non ricavi.
Veniamo al Pil, partendo dal dato obiettivo della sua misura in miliardi e non in percentuale. Infatti, le percentuali ingannano perché sono fuori dalla realtà. Come ingannano le previsioni relative alle presenze turistiche, quasi sempre smentite dai consuntivi.
Secondo gli ultimi dati Istat, il Pil del Paese alla fine del 2023 era di 2.128 miliardi; quello della Lombardia di 490 miliardi; quello del Veneto – che ha una popolazione inferiore a quella della Sicilia – di 197 miliardi; e infine il dato della nostra Isola, che è di 110 miliardi.
Compariamo la Sicilia al Veneto perché le due regioni hanno, come accennato, più o meno lo stesso numero di abitanti, però in un anno l’incremento del Pil in Veneto è stato di 13 miliardi, mentre in Sicilia di 7,7 miliardi, ripetiamo, sempre in base ai dati Istat.
Ora, di fronte a questi numeri incontrovertibili, che continuano nel 2024 e probabilmente saranno confermati nel 2025, non comprendiamo come ci possa essere qualcuno che la spari grossa dicendo che il Sud è la locomotiva d’Italia. Potrebbe esserlo, ma al momento non è così. Aggiungiamo che le altre regioni meridionali hanno incrementi risibili: la Sardegna di 2,6 miliardi, la Calabria di 2,4 miliardi, la Puglia di 5,5 miliardi. Solo la Campania ha un incremento di 8,1 miliardi.
Le ragioni che fanno crescere l’enorme differenza fra Sud e Nord del Paese sono note a tutti e derivano da due principali fattori: ridotti investimenti al Sud rispetto al Nord e disfunzione della Pubblica amministrazione, maggiore nel Meridione.
E veniamo al comparto del turismo. Anche in questo caso il Veneto primeggia, con circa 72 milioni di pernottamenti, sempre nel 2023. La Sicilia nello stesso anno ne ha avuti poco meno di 17 milioni. Comprenderete perfettamente l’enorme differenza che c’è sotto il profilo delle presenze e del relativo introito economico, che ha anche una forte influenza sul Pil.
Qualcuno osserverà che il Veneto ha Venezia e Cortina d’Ampezzo, che rientrano tra i cinque siti Unesco della regione. La Sicilia però ne ha sette, tra cui Agrigento e l’Etna, senza dimenticare i teatri di pietra, Taormina e via enumerando. Eppure il Veneto, ricchissima regione, cammina come un Tgv (treno ad alta velocità), mentre la Sicilia cammina come una locomotiva a carbone.
Perché il turismo non decolla in Sicilia, anche se alcune previsioni dell’Osservatorio regionale hanno portato il numero dei pernottamenti nel 2025 intorno a 22 milioni (cifra lontanissima, però, dai circa 80 milioni del Veneto)?
Non funziona perché la Regione, che si dovrebbe occupare dell’organizzazione e dell’attrazione dei turisti di tutto il mondo (non solamente italiani), non mette in atto programmi competenti, professionali e perciò adeguati a creare attrazione.
Ma non un’attrazione generica, bensì organizzata e soprattutto allettante, cioè che susciti il desiderio dei cittadini del mondo di venire qui a vedere le perle ineguagliabili che possiede la nostra Isola, a prezzi calmierati e comunque molto convenienti.
La Regione dovrebbe organizzare almeno due Task force: una per il territorio nazionale e una per il resto del mondo. La prima dovrebbe recarsi a Roma e dintorni per cercare di accaparrarsi qualche centinaio di convegni e congressi nazionali; la seconda, dovrebbe andare in tutte le ambasciate del mondo per promuovere i viaggi verso la nostra Isola con convenzioni aeree, alberghiere, della ristorazione e dell’accoglienza a tutto tondo.

