Nel 2024 la fiducia degli italiani nelle istituzioni del Paese è scesa ai minimi degli ultimi dieci anni. Lo rivela l’Istat nel report “Fiducia nelle istituzioni del Paese – Anno 2024”. Solo un cittadino su cinque dichiara di avere fiducia nei partiti politici. Un tracollo che si spiega anche con oltre il 61% di italiani che ritiene fallimentare la capacità di spesa del PNRR da parte delle Regioni. L’Italia resta al di sotto della media europea per fiducia nelle istituzioni: 5,3 contro 6,1 della media UE. La Sicilia e il Mezzogiorno si confermano le aree più diffidenti verso la politica, ma al tempo stesso mostrano una crescente fiducia nelle istituzioni di sicurezza e giustizia.
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In Sicilia, la fotografia dell’Istat rivela un quadro ancora più complesso. Qui il livello medio di fiducia nelle istituzioni regionali è di 4,3 punti percentuali: il più basso tra tutte le regioni italiane. A tenere nell’Isola è la fiducia nel sistema carcerario e nella giustizia. Tutti gli altri rilevamenti si attestano al di sotto della media nazionale. Ma procediamo con ordine.
Statistiche a confronto: giù la politica, su la giustizia
Mentre è in picchiata la fiducia degli italiani nei confronti del mondo della politica, non va meglio alla fiducia complessiva nei confronti di Governo e Parlamento, per i quali i valori registrati sono bene inferiori a quelli del 2020. Per gli italiani si salvano solo il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e le Forze dell’Ordine. Il dato più sorprendente arriva dal Mezzogiorno: la fiducia nel sistema carcerario e nella giustizia penale cresce proprio dove l’efficienza è più contestata, con svariati casi di violenze che continuano a registrarsi anche negli istituti penitenziari dell’Isola, come raccontato nelle inchieste sul tema del QdS. Un segnale di difficile interpretazione, che comunque racconta di un’Italia disillusa ma non rassegnata.
Nel dettaglio, il livello medio di fiducia nelle istituzioni italiane nel 2024 si ferma a 5,3 su una scala da 0 a 10, in calo rispetto al 5,7 del 2023. L’Istat sottolinea che il trend discendente coinvolge quasi tutte le principali istituzioni. Dal Parlamento (da 4,8 a 4,4) al Governo (da 5,0 a 4,6), passando per magistratura (da 5,6 a 5,4) e Unione europea (da 5,9 a 5,5). Crescono invece leggermente la fiducia nella Presidenza della Repubblica, che passa da 6,7 a 6,8, e quella nei Vigili del Fuoco, stabile al 7,7, la più alta in assoluto.
La situazione in Sicilia
In Sicilia, la fotografia dell’Istat rivela un quadro ancora più complesso. Il livello medio di fiducia nelle istituzioni regionali è di 4,3, il più basso tra tutte le regioni italiane. La fiducia nel Governo nazionale è di 4,1, mentre quella nel Parlamento si ferma a 4,0. I partiti politici regionali raccolgono appena 2,9 punti su 10, in calo rispetto al 3,3 del 2023. Tuttavia, cresce la fiducia nelle Forze dell’Ordine (7,0) e nel sistema carcerario, che passa da 4,6 a 5,2.
La fiducia nei Comuni siciliani resta stabile a 5,5, ma cala quella nelle strutture sanitarie pubbliche, passata da 5,8 a 5,2 dopo le polemiche sulla gestione delle liste d’attesa. In crescita invece la fiducia nella Protezione Civile regionale (da 6,3 a 6,7), dopo le attività di soccorso e prevenzione durante le emergenze idrogeologiche del 2024. A livello generazionale, la fiducia dei giovani siciliani nelle istituzioni è in netto calo. Tra i 18-34enni, solo il 16% dichiara di avere fiducia nel Governo e il 12% nei partiti politici. La fiducia cresce leggermente tra gli over65, che continuano a riconoscere maggiore legittimità nelle istituzioni tradizionali.
Nelle Regioni fiducia tradita per il PNRR
A livello territoriale, la fiducia nelle istituzioni mostra forti divari. Nel Nord-Est, la fiducia media nelle istituzioni è pari a 5,8, mentre nel Mezzogiorno scende a 4,7. Proprio al Sud, come detto, si registra una crescita significativa della fiducia nel sistema giudiziario e carcerario, passata da 4,9 a 5,4.
La fiducia nelle istituzioni locali cresce nei Comuni (+0,2 punti rispetto al 2023), ma cala in Regioni e Province. Nel Mezzogiorno, la fiducia nelle amministrazioni regionali scende da 4,9 a 4,5, la più bassa d’Italia. Il dato è confermato anche dal calo della fiducia nella capacità delle Regioni di gestire i fondi del PNRR, considerata inadeguata dal 61% dei cittadini intervistati. La fiducia nella magistratura, pur in calo medio nazionale, mostra differenze significative.
Nel Nord, il livello di fiducia è di 5,8, contro 5,1 nel Mezzogiorno. Tuttavia, nel Sud cresce la fiducia nei tribunali penali e nel sistema carcerario, segno di una percezione più positiva del ruolo repressivo della giustizia. Il miglioramento della fiducia carceraria è più marcato in Sicilia e in Campania, dove le iniziative di reinserimento sociale dei detenuti hanno avuto maggiore visibilità nel 2024.
Giovani e disillusi
Un nuovo campanello d’allarme risuona poi tra i più giovani, sempre più lontani dalla classe politica e dagli interessi nei confronti del Paese. Il calo è più marcato proprio nella fascia d’età tra i 18 e i 34 anni: qui la fiducia media verso le istituzioni politiche scende sotto quota 4.
La diminuzione della fiducia è legata a tre fattori principali: la percezione di inefficacia delle politiche pubbliche, la crisi della rappresentanza e l’aumento delle disuguaglianze economiche. Gli italiani dichiarano di sentirsi sempre meno rappresentati dalle istituzioni elettive, in particolare dai partiti, che registrano un crollo della fiducia dal 3,4 del 2023 al 3,1 del 2024, il valore più basso dal 2012. Per contro, cresce la fiducia nelle istituzioni di garanzia e di ordine, come la magistratura, le Forze dell’Ordine e il sistema carcerario.

