Si è suicidato il ventiduenne Stefano Argentino, detenuto nel carcere di Messina con l’accusa di avere ucciso la giovane Sara Campanella, il 31 marzo scorso.
Il gesto
Secondo quanto si legge su Repubblica, nel pomeriggio, intorno alla diciassette, Argentino si è allontanato dai suoi compagni, ed è stato trovato poco dopo da alcuni agenti della polizia penitenziaria ormai senza vita.
Già un mese dopo l’arresto e la confessione il giovane, sempre secondo il quotidiano, aveva manifestato l’intenzione di togliersi la vita, ma poi dopo colloqui con medici e psicologici Argentino sembrava essere tornato ad un’esistenza comune.
Il processo
La prima udienza del processo ad Argentino era stata fissata per il 10 settembre davanti alla Corte d’Assise di Messina.
Secondo il procuratore capo Antonio D’Amato e la sostituta Alice Parialò, il quadro probatorio era completo e solido. Argentino doveva rispondere di omicidio aggravato dalla premeditazione e dalla crudeltà. La relazione del medico legale, da poco depositata, conferma quanto emerso dall’autopsia.
L’omicidio e la fuga
Sara fu accoltellata al termine delle lezioni, in viale Gazzi, nei pressi del Policlinico universitario. L’arma del delitto non è stata ritrovata. Dopo il brutale assassinio, Argentino fuggì a Noto, dove venne arrestato dai carabinieri pochi giorni dopo.
Niente perizia psichiatrica per l’imputato
Il giudice per le indagini preliminari aveva respinto la richiesta di perizia psichiatrica presentata dal difensore di Argentino, l’avvocato Giuseppe Cultrera. Secondo il GIP, non vi erano elementi che giustifichino un approfondimento sulla capacità di intendere e volere del giovane al momento dei fatti.
La famiglia di Sara Campanella, profondamente colpita dalla perdita della giovane, sarebbe stata rappresentata in aula dall’avvocata Concetta La Torre.

