E’ accaduto.
Eletto il 13°Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, con mandato fino al 2029. Così come da previsioni dei ben informati e desiderio quasi coatto delle forze politiche che si sono assicurate un presidente del Consiglio che di meglio non ne esiste (vero) ed al Quirinale un gentiluomo buono e schivo di manifestazioni isteriche, che aveva anche affittato la casa a Roma ove trasferirsi con la figlia che non lo lascia solo, data la età non giovanissima, anche se in buone condizioni.
E così finita la commedia (tragedia?) – nel senso più alto e culturale del termine – (non teatrino) – che per sei giorni ha tenuto scena in Italia e la cui conclusione era già stata anticipata dai sei minuti di applausi e richiesta di “bis” nel luogo più logico: la Scala di Milano, alla prima del Macbeth il 7 Dicembre scorso e conclusa con altri 5 minuti di applausi, Sabato 29 a Montecitorio.
In ambedue i luoghi-Parlamento e Teatro – regia e scenografia oscene, cori che non ne hanno indovinata una.
Ottima concertazione e direzione a Milano; assenza totale di essa a Roma con guitti a tirare un respiro di sollievo per essersi assicurati lavoro retribuito per un altro anno. La famiglia è famiglia!”
Nonostante tutte le società di “brain hunter” – cacciatori di teste – abbiano lavorato per cercare nel bel Paese, su un campione di circa 60 milioni di abitanti, persone degne di occupare la vecchia residenza dei Papi, al di sopra di ogni sospetto, alta moralità, fine senso politico, diplomazia nell’agire, buon senso e capacità di farsi amare, degni di rappresentare l’Italia ed essere a capo della sua Repubblica, non se ne è trovato alcuno. Pare che i Sindacati dei benpensanti vogliano, a tal uopo, indire sciopero generale non riconoscendo oneste le ricerche: ma sono comunque rumori da maratone televisive.
Al dunque. Accettata con esultanza e gioia in Italia ed Estero la riconferma dell’uscente Mattarella, alla faccia del dettato Costituzionale inequivocabile e del suo “no” espresso chiaro e tondo a iosa. Si è bissato il Napolitano II. Ma soprattutto il Mussolini I a dimostrazione che le classi politiche italiche mai sono state veramente tali e che la loro tendenza all’autolesione prescinda dall’assetto istituzionale. Avvenne con la monarchia e personalità politiche di governo liberali (Facta, Bonomi, De Gasperi, Orlando) ed è avvenuto con la repubblica e personalità politiche disomogenee e strambe (Letta, Salvini, Berlusconi, Conte, Meloni).
E che sia un monarca (per volontà di Dio e Popolo), od una Assemblea di Grandi elettori (Parlamento del Popolo) a mettere a capo una sorta di uomo(no donna:mah!) della “provvidenza” poco importa. Ad un secolo di distanza (1922-2022) la classe politica ed i partiti commettono lo stesso atto: suicidio.
Tra applausi, strilla ed abbracci, come allo stadio: alla faccia del Covid.
Auguri a Mattarella, agnello sacrificale. Ma il Popolo sia più attento nel votare: la procura potrebbe accusarlo di “istigazione al suicidio”.
E ci mancherebbe solo questa!