È stato disposto il sequestro della salma di Stefano Argentino, il 27enne accusato di aver ucciso la compagna di università Sara Campanella, che mercoledì 6 agosto si è tolto la vita in carcere a Messina. la sua morte ha sollevato non poche polemiche e discussioni in merito alla situazione delle carceri italiane e al numero di decessi che avvengono al loro interno.
La rabbia della famiglia
A tal proposito l’avvocato Giuseppe Cultrera, legale di Stefano Argentino, ha chiesto l’intervento del Garante dei detenuti: “Non è la prima volta che all’interno della casa circondariale di Messina Gazzi assistiamo a un decesso avvolto dal velo del mistero, dall’analisi erronea sulla necessità di sorveglianza dei detenuti stessi”, ha detto il difensore.
Suicidio annunciato”
Il legale di Stefano Argentino ha ricordato che il 27enne, sin dal primo momento in carcere, aveva manifestato istinti suicidi e per questo era stato sottoposto a regime di massima sorveglianza. Circa 15 giorni fa era però stato riportato nelle zone comuni ed era tornato a condividere la cella con altri detenuti: “Improvvisamente e senza che ne fossi informato, solo dopo la comunicazione di decesso sono venuto a conoscenza della decisione”. ha commentato l’avvocato Giuseppe Cultrera.
“Nessuno si è reso conto”
“Stefano – ha aggiunto il legale – almeno per quanto mi aveva detto, era seguito da quattro psicologi e da uno psichiatra: ci si chiede come sia possibile che 5 professionisti non si siano resi conto della evidente e conclamata fragilità mentale del detenuto, di un detenuto che aveva preannunciato il suicidio ed era stato trasportato in infermeria per non aver bevuto un solo sorso d’acqua per un periodo superiore a 17 giorni?”. Per l’avvocato, chi ha autorizzato il declassamento di vigilanza “ha compiuto un madornale e non scusabile errore valutativo, sia analitico che clinico e dovrà risponderne. Quanto accaduto non può qualificarsi come causa di forza maggiore o evento eccezionale e imprevedibile; si tratta un caso di suicidio annunciato”.
L’autopsia
Intanto, la Procura di Messina ha disposto il sequestro della salma di Stefano Argentino che sarà sottoposta ad autopsia nell’ambito del fascicolo di inchiesta aperto che al momento è senza ipotesi di reato e senza indagati. Le indagini coordinate dalla Procura di Messina, diretta da Antonio D’Amato, puntano a fare chiarezza sull’esatta dinamica dell’accaduto. Accertamenti saranno eseguiti anche sulla perizia medica che ha permesso il ‘declassamento’ del livello di sorveglianza nella struttura penitenziaria di Gazzi nei confronti di Argentino.

