C’è del fantastico in Sicilia. Lo sa bene il mondo del fumetto che, nel corso degli ultimi decenni, ha esplorato e reinterpretato sentieri già battuti dalla letteratura e altri del tutto nuovi in un turbinio di tavole e nuvole. Un incontro, quello tra Isola e fumetto, che non è solo di scenari, suggestioni e autori, ma che ormai è consolidato da una grande passione popolare e intergenerazionale, come ricordano i successi delle innumerevoli fiere presenti per tutta la Trinacria, a partire dalla celebre Etna Comics che inizierà proprio a Catania il 30 maggio per concludersi il 2 giugno. Le storie che hanno fatto parlare l’isola sono molteplici, impossibile percorrerle tutte. Tuttavia, in questo breve excursus dalle fosche tinte fantastiche, appare necessario esordire con “Al crepuscolo volano i vampiri”, breve storia pubblicata nel 1964 sulla rivista statunitense Creepy e poi inserita nella raccolta “Le spiacevoli notti di zio Tibia” della Mondadori nel 1969: il conte Orsini, nobile isolano sospettato di vampirismo, si aggira in un’isola terra di superstizione e sospetto.
Restiamo tra i succhiasangue. Nella terra dell’eterno sole, l’orrore s’insinua nei canali sotterranei, tra i qanat di Palermo, un’imponente opera di ingegneria idraulica composta da un dedalo di cunicoli verticali, pozzi e canali che si sviluppa sotto la città per portare acqua in superficie a partire dalle falde naturali del terreno. Una costruzione avviata durante l’epoca araba e proseguita per un lungo arco temporale, almeno fino alla fine del periodo normanno. Da queste profondità prendono spunto Giovanni Di Gregorio e Nicola Genzianella per raccontare, nel 2009, un episodio della saga di Dampyr (Bonelli), la creatura nata da una madre umana e da un padre maestro della notte, una razza di super-vampiri che da millenni influenza il destino dell’umanità.
La serie, giunta al venticinquesimo anno di vita, ambienta a Palermo “La camera dello scirocco”, dal nome della stanza sotterranea presente in alcuni palazzi storici siciliani come rifugio dalle asfissianti notti estive sull’isola. Sempre nel capoluogo regionale tornerà il dampyr Harlan Draka in un’altra ambientazione iconica come la cripta dei cappuccini – la storia è “Rosalinda delle zagare” del 2011 di Claudio Falco e Fabio Bartolini – con le sue celebri mummie che coprono diversi secoli, una delle più antiche risale addirittura alla fine del XVI secolo.
Da Palermo ci spostiamo a Sciacca nel 1831 per scoprire la storia di Salvatore – “La lingua del diavolo” di Andrea Ferraris (Oblomov) – che si stabilisce su un isolotto formato dal materiale improvvisamente eruttato da un vulcano. La sua ambizione è di diventarne sovrano assoluto, si dovrà accontentare di esserne governatore per concessione di Ferdinando II di Borbone, almeno fino a quando il mare non inghiottirà tutto, inclusa l’illusoria isola che s’inabisserà con i suoi sogni di gloria.
Il nostro viaggio prosegue a Torre Faro, nel messinese, con “Nel ventre dell’Orca” di Michela De Domenico (Mesogea), un racconto che esplora la storia della genesi di “Horcynus Orca”, il romanzo-mondo di Stefano D’Arrigo che peraltro, a proposito di eventi isolani, quest’anno, per il suo cinquantesimo anniversario, sarà celebrato nel corso della XV edizione del TaoBook – dal titolo “Confini” – che si terrà dal 18 al 23 giugno. Uno dei protagonisti è Moshe Kahn, il traduttore in tedesco dell’opera, che proprio alla ricerca di spunti e stimoli per affondare nello stile di D’Arrigo, sprofonderà in un mondo onirico, sospeso tra il reale e l’irreale, tra lo scenario dello Stretto e il ventre dell’Orca.
Siamo invece in una Sicilia dalle tinte geografiche più rarefatte, non per questo meno riconoscibili, con Jano Malacarne. Il personaggio creato dallo sceneggiatore catanese Giovanni Marchese è protagonista di “Invito al massacro” (Tunué) disegnato da Davide Garota e vive, in uno scenario surreale e grottesco, alcune delle idiosincrasie che macerano i siciliani, un precariato da “servitù della gleba”, campagne elettorali farneticanti, cartomanti e vecchie megere che operano il malocchio. Tra manie di persecuzioni e deliri di onnipotenza, non manca, ovviamente, quel che sembra un’invasione aliena.

