Lo ha denunciato la segretaria generale del Sunia Sicilia, Giusy Milazzo, aprendo il congresso regionale del sindacato inquilini
“Sono 30 mila in Sicilia le famiglie in graduatoria per un alloggio di edilizia sociale pubblica . E’ uno degli elementi che connota il disagio abitativo nella nostra regione”. Lo ha denunciato la segretaria generale del Sunia Sicilia, Giusy Milazzo, aprendo il congresso regionale del sindacato inquilini. “Ma le famiglie senza casa sono certamente di più- ha rilevato- considerato il crescere degli sfratti per morosità, come conseguenza diretta della crisi economica”.
“Più della metà delle famiglie povere vive in affitto e il mantenimento dell’alloggio è a rischio”
“L’ultimo rapporto Istat- ha ricordato Milazzo – rileva che le famiglie in affitto nel Sud Italia mostrano valori dell’incidenza di povertà assoluta pari al 22,4% rispetto al 17,6 del Nord. Più della metà delle famiglie povere vive in affitto e per molte il mantenimento dell’alloggio è a rischio. A fronte di questa situazione – ha rilevato Milazzo- il paradosso è che il tema abitativo sembra sparito dal dibattito politico e dall’interesse delle istituzioni e dei governi nonostante la casa sia un diritto che deve essere garantito”.
“Governo irresponsabile per aver tagliato fondi di sostegno all’affitto per morosità incolpevole”
Quanto agli sfratti: “Il Governo ha azzerato i fondi per il sostegno all’affitto per la morosità incolpevole, una scelta irresponsabile”, ha detto Milazzo. “E la Regione- ha aggiunto- non ha né avviato la riforma del settore abitativo pubblico, né ha definito una norma sul diritto all’abitare non prevedendo finanziamenti per questo obiettivo”. Per sopperire alla mancanza di case senza ulteriore consumo di suolo a “Palermo, Catania e Siracusa- ha detto la segretaria del Sunia- sono in corso vertenze per chiedere che i piccoli e grandi contenitori chiusi e in via di degrado siano trasformati in case pubbliche e sociali. A livello regionale- ha aggiunto- abbiamo anche chiesto una banca del riuso dove fare confluire il patrimonio non utilizzato degli enti pubblici da potere trasformare per realizzare un’edilizia sociale pubblica di nuova concezione”. E se “ diritto alla casa è anche diritto alla qualità dell’abitare”, qualcosa in questa direzione si sta muovendo con gli interventi del piano per la qualità dell’abitare previsto dal Pnrr , per la riqualificazione di periferie e quartieri degradati . “Ma è ancora poco, rispetto alla carenza di case”, ha sostenuto Milazzo. Da qui il pressing del sindacato inquilini per l’utilizzo del patrimonio immobiliare ereditato da enti ospedalieri e Ipab (a Catania il solo Policlinico possiede 300 unità immobiliari provenienti da lasciti in gran parte inutilizzate e in degrado) “che potrebbe diventare la base per un piano regionale di riutilizzo a fini abitativi sociali”.