LIPARI (ME) – La gestione del suolo pubblico è al centro di un braccio di ferro tra imprenditori e Amministrazione comunale. Una contesa che il sindaco Riccardo Gullo non vuole perdere.
I rappresentanti nelle isole Eolie di Confesercenti (Domenica Monte), AssoImprese (Maurizio Cipicchia), Comitato Eolie 20-30 (Danilo Conti), Federalberghi (Christian Del Bono) e Associazione tecnici eoliani (Gaetano Barca), hanno denunciato quelle che a loro dire sono norme contraddittorie e restrittive che impedirebbero alle attività di programmare aumentando lo stato di incertezza e inducendo alcune di esse a non aprire.
L’assegnazione del suolo pubblico viene effettuata ricorrendo al Regolamento approvato dal Consiglio comunale il 31 maggio 2021, emendato il 29 luglio 2022, e al Regolamento edilizio, approvato in Consiglio comunale il 29 settembre 2022. “Ci rifacciamo intanto alle norme del Codice della strada – ha spiegato al QdS Riccardo Gullo, sindaco del Comune di Lipari (che comprende anche Panarea, Alicudi, Filicudi, Vulcano e Stromboli, nda) – i marciapiedi devono essere liberi perché le mamme con i passeggini possano passare, così come gli anziani e i disabili. Nessuna contraddizione. Finalmente, dopo anni diamo la possibilità a tutti di potere fruire di strade e marciapiedi. Non dovrà più succedere che il signor Viviani, invalido, trovi lo scivolo del marciapiede occupato da un tavolo dove ci sono persone sedute e venga pure insultato perché chiede di passare”.
Le associazioni chiedono un altro incontro dopo i sei precedenti in cui non si è raggiunto un accordo, ma il primo cittadino non sembra propenso a tornare sulla questione. “C’è un limite – ribadisce – e devono entrare nell’ottica che il diritto a fare impresa non può ledere i diritti delle persone, specie dei più fragili. A Lipari ognuno utilizza marciapiedi e strade come meglio crede; davanti casa ci mette le piante, crea il posto per la moto e per stendere la biancheria, tutto sul suolo pubblico. Sono un uomo delle istituzioni e con la mia Amministrazione osservo e faccio osservare le regole, ma anche la minoranza ha votato quell’articolo che loro contestano (art. 54 del Regolamento edilizio, nda)”.
“Abbiamo adottato il regolamento edilizio – aggiunge Gullo – che secondo lo schema regionale prevedeva suolo occupato da un minimo di 15 metri a un massimo di 50. Noi siamo stati comprensivi, tenendo conto che ci troviamo in località turistiche, e abbiamo aumentato il minimo a 35 e il massimo alla metà della superficie dei locali che superano i 50 metri, dando maggiori possibilità di quanto non desse la Regione. In passato le auto delle Forze dell’ordine e l’ambulanza non sono state in grado di svolgere il loro servizio. Lo scorso anno, subito dopo il mio insediamento, andando verso Marina Corta, mi sono trovato con la strada sbarrata dai tavolini di due locali concorrenti che avevano persino messo dei pannelli divisori”.
La stagione appena avviata per il sindaco Gullo deve avere altre connotazioni e chi pensa di avere dei diritti acquisiti dovrà fare un passo indietro: “Abbiamo fatto lasciare un metro e mezzo e si è sollevato un vespaio. I diritti delle persone non li può calpestare nessuno. Se il locale di per sé non ha ragione economica di esistere e può sopravvivere soltanto occupando la strada non deve aprire. Non si può fare l’imprenditore a danno degli altri. È una grande lotta di civiltà che stiamo facendo, per il rispetto dei diritti di tutti”.
Il sindaco, insomma, non ha intenzione di cedere. Ma dall’altra parte ci sono le associazioni di categoria che vogliono “un regolamento – si legge in un documento reso pubblico nei giorni scorsi – con cui garantire sia il decoro urbano e l’ordine pubblico che le legittime esigenze di tante attività produttive che hanno negli anni programmato e sviluppato, anche in funzione dell’uso di spazi pubblici esterni”. Per questo chiedono che venga abrogato l’art. 54 del Regolamento edilizio, rimandandone la trattazione al Regolamento di suolo pubblico del 2021 e “riconoscendo quindi le legittime prerogative già attribuite dalla legge agli esercizi di vicinato/asporto, eliminando il divieto al rilascio di autorizzazioni o concessioni per l’occupazione della sede stradale o di marciapiedi imposto nelle isole di Panarea, Stromboli e Alicudi e prevedendo altre modifiche che rendano il regolamento più adatto alla morfologia socio-economica del territorio”.
Le associazioni hanno chiesto anche la revisione del canone, “così da rientrare nei parametri suggeriti dalla legge portandolo, in linea con l’effettiva redditività degli spazi concessi”.