Superbonus, Confael: “50mila imprese e 200mila posti di lavoro sono a rischio - QdS

Superbonus, Confael: “50mila imprese e 200mila posti di lavoro sono a rischio

redazione

Superbonus, Confael: “50mila imprese e 200mila posti di lavoro sono a rischio

mercoledì 15 Giugno 2022

La Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori: “Misure urgenti per sbloccare i crediti”. La proposta di Fillea Cgil: “Sia Cassa depositi e prestiti a garantire le cessioni”

ROMA – Il bonus del 110% sta diventando un boomerang che rischia di distruggere il comparto edile: ha già messo 50mila imprese in ginocchio e adesso può far perdere almeno 200mila posti di lavoro.

È l’allarme che lancia la Confael – Confederazione Autonoma Europea dei Lavoratori – chiedendo che si adottino subito, già con il decreto Aiuti all’esame delle Commissioni della Camera, delle misure per sbloccare la circolazione dei crediti.

Le imprese del settore si trovano infatti schiacciate tra l’impennata dei costi delle materie prime e il blocco degli acquisti dei crediti di imposta. “Si è creata una situazione paradossale – spiega Massimiliano Di Nicolantonio, segretario nazionale Comparto Edile della Confederazione – le imprese hanno in pancia crediti di imposta per centinaia di migliaia, se non milioni di euro, ma sono costrette a chiedere dei finanziamenti per andare avanti”.

Il Superbonus ha creato una bolla enorme

Secondo Di Nicolantonio “il Bonus ha creato una bolla enorme che ha portato prima di tutto ad una impennata dei prezzi. Le imprese stanno fronteggiando un aumento dei costi di gestione dei cantieri, e di conseguenza stanno lavorando con dei margini minimi. Adesso non possono più convertire i crediti maturati e per pagare i conti sono costrette a chiedere dei prestiti alle banche. Si è creato un corto circuito dove, come sempre accade, i poveri diventano più poveri mentre i ricchi lucrano”.

Il problema è che è stato attuato in maniera pessima

Per la Confael il Superbonus è stato un’iniziativa lodevole, perché puntava a dare nuova linfa a uno dei settori trainanti dell’economia italiana. Il problema è che è stato attuato in maniera pessima.

“Quello che è mancato è una programmazione di ampio respiro – conclude Di Nicolantonio -, adesso non basta il solito intervento tampone per sbloccare la circolazione dei crediti. Bisogna sostenere tutto il comparto con procedure certe, anche perché le difficoltà delle imprese ricadono inevitabilmente sui lavoratori. Risolvere tutte le problematiche che sono sorte attorno al Superbonus vuol dire anche salvaguardare questi padri e queste madri di famiglia”.

Alessandro Genovesi, segretario generale della Fillea Cgil, invoca un intervento risolutivo e non piccoli aggiustamenti e propone che sia “Cassa Depositi e Prestiti a garantire la cessione dei crediti per i soggetti economicamente più fragili, con la costituzione di un Fondo Nazionale specifico presso la contabilità di Cassa Depositi e Prestiti in grado di garantire subito liquidità alle imprese e di rientrare poi, con i saldi pluriennali di restituzione fiscale, degli stessi anticipi”.

“Il blocco delle banche e degli intermediari finanziari verso la cessione dei crediti legati ai vari bonus e super bonus – spiega – può rappresentare un colpo serio alla ripresa del settore e del Paese, con ricadute sull’occupazione e sulla stessa capacità industriale del comparto. “Gli ultimi interventi normativi hanno sistematizzato procedure trasparenti e tutele contrattuali a favore dei lavoratori e delle imprese serie, rendendo anche più tracciabili i flussi finanziari e contrastando i cantieri fantasma alla base delle truffe, ma non hanno fatto i conti con i comportamenti reali delle banche e con alcune storture evidenti del nostro sistema creditizio – spiega Genovesi.

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