Superbonus, più tempo per villette? Governo al lavoro - QdS

Superbonus, più tempo per villette? Governo al lavoro sul decreto

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Superbonus, più tempo per villette? Governo al lavoro sul decreto

Redazione  |
giovedì 23 Marzo 2023

Prosegue il lavoro del Governo per il decreto Superbonus. Potrebbe essere concesso più tempo per le unifamiliari. Da sciogliere il nodo dei crediti incagliati.

Procede il Commissione Finanze alla Camera l’esame del decreto Superbonus che dovrebbe approdare in Parlamento il prossimo 29 marzo, in ritardo rispetto i tempi previsti inizialmente. Il decreto prevede più tempo per il 110% sulle villette, mentre resta ancora da sciogliere il nodo legato ai crediti incagliati.

Nel dettaglio, la maggioranza valuta l’estensione alla data del 30 giugno 2023 al 30 settembre 2023 del termine per concludere la spesa e portarla in detrazione per le unifamiliari per quanti abbiano incluso, entro il 30 settembre scorso, almeno il 30% degli interventi.

Superbonus, si valuta compensazione con F24

La soluzione per i 19 miliardi di euro di crediti incagliati, potrebbero giungere nelle novità entro lunedì prossimo. Tra le ipotesi vagliate vi è ancora quella della compensazione attraverso gli F24, da utilizzare esclusivamente in determinate condizioni.

Tempo addietro Enrico Zanetti, il consigliere del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, aveva ipotizzato un loro impiego solo a favore delle banche “che abbiano assorbito davvero, in concreto con acquisti e non solo con impegni di acquisto, una porzione veramente rilevante della propria capacità fiscale potenziale”.

Si valuta di risolvere anche la questione legata alle spese relative al 2022 e alle rate residue non fruite delle detrazioni del 2020 e 2021. A tal proposito, un emendamento di Andrea De Bertoldi depositato in commissione prevede che la comunicazione all’Agenzia delle Entrate della cessione dei crediti possa avvenire anche prima della conclusione dell’accordo della cessione. In questa prospettiva, il termine ultimo del 31 marzo potrebbe essere posticipato al 30 novembre.

Superbonus, la preoccupazione di imprese e cittadini

Nel frattempo la questione Superbonus continua a preoccupare imprese e cittadini siciliani. Già nelle scorse ore una delegazione di rappresentanza ha protestato a Roma per chiedere al Governo di non accantonare la misura del 110%.

Oggi il presidente di Ance Siracusa, Massimiliano Riili, sottolinea che le imprese del settore edile stanno attraversando una “crisi gravissima” per i “recenti inaspettati e intempestivi provvedimenti che hanno paralizzato il settore, mettendo in ginocchio un sistema che dopo dieci anni di crisi era finalmente ripartito, creando un importante volano di investimenti e di occupazione virtuosa”.

“Superbonus stravolto, imprese in crisi”

“Moltissime imprese, fidandosi della continuità del regime normativo del Superbonus, che è stato inaspettatamente modificato e stravolto in corso d’opera, hanno eseguito moltissimi interventi di efficientamento sismico e termico del patrimonio immobiliare, ricevendo in pagamento i crediti di imposta maturati dai contribuenti, rimasti però nei cassetti fiscali delle imprese per il blocco del sistema di ricollocazione sul mercato di tali crediti”.

“Molte imprese hanno anche in corso interventi regolarmente avviati prima del decreto legge 11/23 e continueranno a ricevere come pagamento dei lavori eseguiti nuovi crediti di imposta, che matureranno con l’avanzamento dei lavori e che non potranno essere acquistati dal sistema bancario italiano”, spiega il presidente di Ance Siracusa.

“Governo trovi soluzione per evitare disastro”

“Per evitare una crisi travolgente del comparto con il licenziamento di migliaia di lavoratori, il fallimento di fornitori e delle imprese edili che hanno operato nel rispetto delle normative vigenti, occorre che il Governo trovi la soluzione per alleggerire il carico dei crediti che gli istituti di credito hanno già incamerato, con l’utilizzo degli F24, da noi perorato da mesi anche insieme all’Abi, con cui creare nuova capienza bancaria per mettere a disposizione delle imprese nuovi plafond di acquisto dei crediti, oppure con qualsiasi altra azione che il Governo dovesse ritenere più opportuna, anche a correzione della improvvisa e inopportuna misura introdotta dal decreto di febbraio. La conversione in legge del decreto è l’ultima spiaggia per evitare il disastro“, conclude il presidente.

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