Armao a Draghi: “Misure perequative anche nella Legge di bilancio”. Senato avvia l’esame del disegno di legge costituzionale n. 865
ROMA – È iniziata al Senato la discussione del disegno di legge costituzionale di iniziativa popolare che modifica l’articolo 119 della Costituzione, sul “riconoscimento del grave e permanente svantaggio naturale derivante dall’insularità”. Si tratta del ddl n. 865 che mira ad inserire la condizione di insularità nella Costituzione.
Un riconoscimento fortemente voluto dal governo Musumeci per vedere riconosciuta questa condizione di svantaggio economico dell’Isola rispetto legata ad eccessivi costi per spostare persone e merci. Tra l’altro la commissione paritetica aveva già approvato all’unanimità lo scorso 22 ottobre il documento sui costi dell’insularità. I tecnici dell’assessorato regionale all’Economia stabilivano in 6,5 miliardi di euro il costo complessivo per la Sicilia, una “tassa occulta” da 1200 euro a siciliano. La decisione della commissione paritetica era stata evidenziata anche in una lettera che l’assessore all’Economia e vicepresidente della Regione, Gaetano Armao, ha inviato al ministro Daniele Franco e al sottosegretario Alessandra Sartore.
L’obiettivo è quello di recuperare dallo Stato quante più risorse possibili per risollevare economicamente la Sicilia, sollecitando Roma a tener conto nella manovra nazionale del gap della Sicilia per la sua insularità, oltre che nelle trattative finanziarie in corso tra Stato e Regione, “per pervenire alla individuazione delle necessarie misure compensative rispetto alla grave forma di disagio”, si legge nel testo inviato al Mef. Tra le ipotesi delle misure compensative potrebbero esserci anche agevolazioni fiscali per le imprese che si insediano in Sicilia. la senatrice di Forza Italia, Urania Papatheu, nel suo intervento a Palazzo Madama ha detto che l’esame di questo ddl è il primo passo per ripristinare nella Costituzione il principio dello svantaggio delle isole italiane, prime fra tutte Sicilia e Sardegna.
Secondo l’esponente di FI, “i mancati riconoscimenti fiscali, giustificati ampiamente da dati geografici incontestabili, hanno fatto e fanno il resto e costituiscono una penalizzazione senza pari per le due isole. Tra gli svantaggi emergono in modo plateale gli insufficienti, a volte inesistenti, sistemi di trasporto con il Continente e le loro condizioni a dir poco vetuste che impediscono una reale continuità territoriale. Il tutto impedisce alla Sicilia e alla Sardegna di competere con il resto d’Italia e dell’Europa. Ora con questa legge, sollecitata anche da una petizione di circa 200 mila cittadini che la richiedono a gran voce – ha concluso Papatheu -, si fa un primo passo concreto. Auspico che il Senato la approvi con ampia maggioranza e lo stesso faccia poi anche la Camera”.
La senatrice pentastellata Elvira Lucia Evangelista, vice presidente della commissione Giustizia, ha sottolineato che sono state apportate delle modifiche al testo originario per rendere più efficace la legge evitando che il termine “insularità” venga considerato solo come mera fonte di ristori di tipo economico, ma che serva a colmare invece ogni disparità di trattamento soprattutto sul piano dei trasporti e infrastrutture.