Taglio cuneo fiscale, stipendi più ricchi dal 2023: "Aumenti fino a 1.200 euro"

Taglio del cuneo fiscale, stipendi più ricchi dal 2023: “Possibili aumenti fino a 1.200 euro”

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Taglio del cuneo fiscale, stipendi più ricchi dal 2023: “Possibili aumenti fino a 1.200 euro”

Redazione  |
domenica 13 Novembre 2022

Il ministro Urso: "Il percorso sarà graduale, 2/3 per il lavoratore e 1/3 per l'azienda". Il presidente di Confindustria Bonomi: "Possibile avere a disposizione 50-60 miliardi"

Dopo i primi interventi per fronteggiare i costi dell’energia, il governo guarda ora al lavoro e al cuneo fiscale. Le risorse si possono trovare, rimodulando la spesa pubblica secondo il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi. E chiede al governo di fare quel passo decisivo sul taglio del cuneo fiscale, in vista della legge di Bilancio “per rimettere soldi in tasca ai lavoratori”.

Stipendi più ricchi col taglio del cuneo fiscale

Soprattutto quelli con i redditi bassi, sotto i 35 mila euro, potrebbero avere almeno 1.200 euro in più l’anno, secondo Bonomi. Un intervento dal costo rilevante, 16 miliardi la proiezione nella proposta di viale dell’Astronomia, che si possono trovare rivedendo gli oltre mille miliardi di spesa pubblica annua: “Riconfigurare il 4-5%” significa avere a disposizione 50-60 miliardi, risorse per fare anche questo intervento”, sostiene Bonomi.

Come avverrà il taglio del cuneo fiscale

Tagliare il cuneo fiscale è uno degli obiettivi del governo, come è stato annunciato più volte. “Lo faremo perché solo alzando i salari sarà possibile incentivare il lavoro nel nostro Paese – assicura il ministro Adolfo Urso, al suo debutto pubblico – ma sarà gradualmente nel tempo”. Nella prossima manovra dovrebbe essere confermato il taglio di almeno due punti. Difficile andare oltre. “Non si può fare tutto e subito – aggiunge Urso -, possiamo fare ciò che è possibile e tracciare la rotta. Il taglio del cuneo fiscale sarà per 2/3 per il lavoratore e 1/3 per l’azienda“.

La legge di Bilancio deve ancora essere scritta – avvisa Urso – “abbiamo detto cosa faremo, piano piano faremo le cose liberandoci gradualmente del debito pubblico”.

Il nodo è quello delle risorse. Difficile, infatti, arrivare già nella legge di Bilancio al taglio di 5 punti del cuneo a favore di imprese e lavoratori, che ha un costo rilevante (16 miliardi nella proposta più volte lanciata dal presidente di Confindustria, Carlo Bonomi) ma che resta un obiettivo nella legislatura: si punta almeno a confermarlo nella misura di due punti, come previsto fino a fine anno. Fino al prossimo 31 dicembre è infatti in vigore la decontribuzione del 2% per i lavoratori dipendenti con redditi fino a 35mila euro.

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