Attesa a giorni la pronuncia dei giudizi costituzionali. Tutela pluralismo: il caso sollevato dal Qds
CATANIA – Possono i tagli all’editoria essere considerati incostituzionali? A rispondere a questa domanda sarà la Corte Costituzionale, riunitasi nei giorni scorsi in Camera di consiglio per discutere del ridimensionamento dei contributi pubblici in favore dei piccoli editori. La vicenda che ha portato la questione all’attenzione della Consulta risale a quattro anni fa, quando Ediservice (società che edita il Quotidiano di Sicilia) ha presentato ricorso (poi accolto) al Tribunale di Catania sollevando, appunto, dubbi sulla costituzionalità della legge 2012 del Governo Monti che prevedeva consistenti tagli ai fondi per l’editoria.
Secondo i ricorrenti, ma l’argomento è di ampio interesse in quanto riguarda tutti i piccoli editori, i tagli, che porterebbero all’inevitabile soffocamento di alcune realtà giornalistiche, entrerebbero in contrasto con ben cinque articoli della Costituzione (2, 3. 21, 41 e 97) che, nel loro complesso, garantiscono libertà d’informazione e pluralismo.
D’accordo il Tribunale di Catania che, come dicevamo, ha accolto il ricorso e ha portato la questione al vaglio della Corte Costituzionale.
L’argomento è particolarmente caldo se si considera che l’attuale Governo Giallo-Verde ha cavalcato l’onda della legge del 2012 spingendosi addirittura oltre. Nell’ultima legge di Bilancio, infatti, è prevista una riduzione progressiva dei contribuiti all’editoria fino al completo azzeramento che dovrebbe avvenire nei prossimi tre anni. La decisione della Corte Costituzionale, attesa per le prossime settimane, potrebbe, inevitabilmente, avere ripercussioni anche su quest’ultimo provvedimento.
Ma quei diritti di libertà e pluralismo garantiti dalla Costituzione italiana possono essere lasciati alla mercè delle valutazioni politiche di Governi che si succedono di legislatura in legislatura? No secondo i ricorrenti. L’ultima parola, adesso, spetta alla Corte Costituzionale.