È terminato il lavoro della Commissione liquidatoria che ha gestito la crisi del Comune relativa ai debiti contratti fino al 2020. Restano 9 milioni e mezzo da pagare, che saranno saldati entro la fine dell’anno
TAORMINA (ME) – Con la chiusura del rendiconto relativo alla situazione debitoria fino al 2020, alle transazioni per il recupero dei crediti e al passaggio di consegne delle azioni giudiziarie promosso, è finito ufficialmente il lavoro della Commissione liquidatoria che si è occupata di gestire il dissesto finanziario al Comune.
Taormina, finito il lavoro della Commissione liquidatoria
L’Amministrazione comunale guidata dal sindaco, Cateno De Luca, ha salutato lunedì scorso, nel corso di una conferenza stampa, i commissari Lucio Catania, Tania Giallongo e Maria Di Nardo che erano stati mandati nella Perla dalla Presidenza della Repubblica, dopo l’approvazione dello stato di defualt economico del Consiglio comunale il 22 luglio del 2021, deciso per far fronte a debiti di oltre 18 milioni di euro accumulati fino a tutto il 2020. Taormina ha chiuso così i conti col passato. È proprio il caso di dirlo, dopo che la commissione per la Stabilità finanziaria degli Enti locali, presso il Ministero dell’interno, aveva già dato parere favorevole a luglio, e dopo la notifica ufficiale arrivata il mese scorso all’Organismo straordinario di liquidazione da parte della Prefettura di Messina, del decreto ministeriale di avvenuta approvazione del piano di estinzione del debito.
Taormina, un triennio buio per Palazzo dei Giurati
Un triennio buio per Palazzo dei Giurati che è stato infine superato soltanto grazie a lavoro certosino dei liquidatori che hanno gestito il recupero della massa debitoria puntando a raggiungere cospicui accordi di transazione con i creditori. Primo tra tutti il famoso lodo Impregilo, chiuso grazie a un maxi accordo da 23 milioni di euro (12 milioni la quota versata dal Comune), che ha messo la parola fine ad un contenzioso durato decenni e che da solo rappresentava circa 40 milioni di euro di debiti per il Comune. Stando ai numeri forniti dal Ministero, in base alle istanze creditorie pervenute, l’ammontare totale era stato quantificato per oltre 66 milioni di euro, lievitati poi a quasi 109 milioni con 393 istanze presentate, comprese quelle tardive.
I debiti ancora da onorare
I debiti ancora da onorare adesso, per i quali i relativi creditori non hanno accettato la proposta transattiva, sono 81 e ammontano a circa 9,6 milioni di euro. L’Organismo di liquidazione ha già versato al Comune 5,1 milioni, a cui si aggiungeranno altri 3 milioni di euro di cassa libera che saranno versati nei prossimi giorni. Il sindaco De Luca ha dichiarato che la differenza sarà finanziata tramite l’avanzo appositamente accantonato a rendiconto 2023, al fine di chiudere tutte le partite debitorie entro il 2024.
Taormina soffriva di un’incapacità cronica di riscossione superiore al 65%
D’altro canto, la riuscita del piano di estinzione dei debiti è stata possibile anche grazie alla sinergia con l’Amministrazione De Luca, che si è resa protagonista, nell’ultimo anno, di un’intensa e restrittiva politica fiscale, incentrata sulla stretta ai tributi locali, attraverso una totale revisione delle bollette di acqua e Tari, oltre alle cartelle relative all’Imu, indirizzate al maggior parte di commercianti e residenti che non pagavano da anni. Scelte decisamente impopolari, ma necessarie per rimettere in sesto i conti, visto che Taormina soffriva di un’incapacità cronica di riscossione superiore al 65%, poi ridotta al 47% già lo scorso dicembre dopo l’approvazione del Bilancio di previsione 2024 e del triennale 2024/2026.
Passano infine, nelle mani del Comune, importanti azioni legali che erano state avviate dai commissari, per un recupero totale di circa 3,4 milioni di euro. Quella principale vede Taormina contrapporsi all’assessorato regionale ai Beni culturali per il famoso riconoscimento dei crediti relativi ai ticket d’ingresso al Teatro antico. Secondo quanto previsto dalla Legge regionale n. 10/1999 – che stabiliva l’assegnazione ai Comuni di una quota fino al 30% dei proventi della vendita dei biglietti, fino alla modifica della norma nel 2016 – a Taormina spetterebbero ben 2,8 milioni di euro relativi al triennio 2014-2016.