La Città Metropolitana ha annunciato di aver intercettato 7,5 milioni di euro per il recupero della struttura. Un gioiello a picco sul mare dalle enormi potenzialità ma abbandonato per anni
TAORMINA (ME) – L’ex villaggio Le Rocce avrà un futuro e rimarrà a utilizzo pubblico. Dopo anni di incertezze e continui colpi di scena, l’area sottoposta a vincolo paesaggistico dalla Sovrintendenza e di proprietà dell’ex Provincia regionale di Messina – abbandonata da cinquant’anni – verrà finalmente riqualificata con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr) sotto la guida della Città Metropolitana, che continuerà così a rimanere l’unico proprietario del bene.
L’annuncio è stato dato nei giorni scorsi da Palazzo dei Leoni, che ha ufficializzato quanto era già stato avviato nella precedente sindacatura di Cateno De Luca, riuscendo a intercettare 7,5 milioni di euro, per rifunzionalizzare l’area naturalistica che si trova nella baia di Mazzarò a Taormina. Una decisione che chiude definitivamente le porte a interessi privati, anche perché l’ex Provincia, così facendo, ha bloccato le trattative che erano state avviate nel 2021 con la pubblicazione di una manifestazione di interesse, attirando l’attenzione di diversi gruppi del settore edilizio e alberghiero.
Le Rocce rappresenta un pezzo di storia della dolce vita taorminese. Realizzato nel 1953 dalla Regione siciliana e inizialmente riservato ai soli dipendenti regionali, si è poi trasformato in una delle mete turistiche più ambite di tutta l’Isola, ospitando numerose personalità dello spettacolo, soprattutto negli anni d’oro del Festival del Cinema, con le star di Hollywood tra i clienti più affezionati del luogo. Fino al 1972, anno della sua ultima apertura.
Poi soltanto decenni di oblio, abbandono e degrado per una struttura unica nel suo genere, estesa su oltre 15 mila metri quadri di terreno, incastonata tra le rocce appunto, con 23 piccoli appartamenti, un fabbricato principale di due piani e un altro edificio adibito ai servizi. Un gioiello a picco sul mare, tristemente divenuto dimora per i senzatetto e discarica abusiva di rifiuti.
Negli ultimi anni c’era stato l’interesse di un albergatore messinese, che aveva presentato alla Provincia un project financing. Poi, nel 2016, era stato il mecenate Antonio Presti a ottenere l’area in comodato d’uso gratuito, aprendola finalmente al pubblico nell’estate del 2017, con la promessa di farne un Museo della bioarchitettura in collaborazione con l’Università di Messina. Esperienza in realtà mai iniziata perché nel 2018 Presti aveva dovuto riconsegnare le chiavi, a seguito del ricorso accolto dal Cga, presentato dallo stesso albergatore che aveva in mano il project financing. Per arrivare poi alla manifestazione di interesse pubblicata due anni fa, che sembrava vinta da una società del gruppo alberghiero Chincherini, con la quale la Provincia aveva avviato un confronto.
Il Pnrr infine, ha riportato Palazzo dei Leoni a riconsiderare prioritario l’interesse pubblico e inserire Le Rocce nel finanziamento da 132 milioni di euro destinati a quattro mega interventi di recupero edilizio, inseriti nel Piano urbano integrato della Città metropolitana, per “aree estese a valenza ambientale, culturale e turistico sociale”. Proprio come l’ex villaggio taorminese insomma, sul quale già la Sovrintendenza ai Beni culturali di Messina aveva evidenziato il valore paesaggistico dell’area, esprimendo parere negativo alla vendita. Stessa posizione che nel frattempo aveva assunto anche il sindaco di Taormina, Mario Bolognari, secondo il quale l’area costituirebbe l’unico sbocco in mare a fruizione pubblica per scopi culturali, sociali e ricreativi.
Porte chiuse quindi a qualsiasi rischio di speculazione edilizia e aperte invece, a una “rigenerazione” dell’area mantenendo la principale destinazione d’uso naturalistico del luogo. Saranno questi i requisiti principali da rispettare secondo il bando del Pnrr, nella successiva autorizzazione a contrarre che sarà gestita da Invitalia, per dare attuazione all’intervento.