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Taormina, un pacemaker senza fili su una bimba di 10 anni: è uno dei pochi casi al mondo

Taormina, un pacemaker senza fili su una bimba di 10 anni: è uno dei pochi casi al mondo

La procedura rappresenta una frontiera innovativa per la cardiologia pediatrica ed è stata eseguita da un’équipe multidisciplinare.

Impiantato con successo un pacemaker senza fili in una bambina di 10 anni al Centro Cardiologico Pediatrico del Mediterraneo “Bambino Gesù” di Taormina.

È uno dei pochissimi casi al mondo in età pediatrica e in pazienti sotto i 30 kg. Il dispositivo, introdotto tramite una vena del collo e fissato al ventricolo destro, regolarizza il battito senza danneggiare la valvola tricuspide. La procedura rappresenta una frontiera innovativa per la cardiologia pediatrica ed è stata eseguita da un’équipe multidisciplinare.

Atleta trapiantato consegna a Ismett di Palermo la medaglia vinta ai Mondiali

Luca Sinagra, paziente di ISMETT, è tornato nel centro che dieci anni fa gli ha ridato la vita con un trapianto di rene. Ha consegnato la medaglia e la maglietta indossata ai World Transplant Games di Dresda, i mondiali dedicati agli atleti trapiantati, tenutisi lo scorso agosto.

Luca aveva solo 18 anni quando ha affrontato il trapianto. Dopo i primi mesi di recupero, era riuscito a riprendere l’attività fisica, ma una serie di infezioni lo ha costretto a fermarsi, con un forte impatto sulla salute e sul morale. “Ero arrivato a trascorrere giornate intere a letto – racconta – finché la dottoressa Buscemi mi ha fatto capire che la sedentarietà era il vero nemico. Ho ricominciato piano, passo dopo passo, e ho riscoperto il piacere di muovermi. Lo sport mi ha restituito energia e fiducia”.

Quella ripartenza è diventata un traguardo. “Allenarmi e gareggiare non è solo una sfida personale – aggiunge Luca – è un messaggio per chi vive la mia stessa esperienza: il trapianto non è la fine, ma un nuovo inizio. Lo sport è vita, è salute, è libertà”.
La storia di Luca dimostra quanto l’attività fisica sia fondamentale per i pazienti trapiantati, non solo per il corpo ma anche per la mente. La sua medaglia oggi è più di un riconoscimento sportivo: è il simbolo di resilienza, speranza e rinascita.

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