Taormina: stop ai mega concerti al Teatro antico - QdS

Taormina: stop ai mega concerti al Teatro antico

Massimo Mobilia

Taormina: stop ai mega concerti al Teatro antico

mercoledì 29 Maggio 2024

Il sindaco De Luca chiude l’era dei grandi spettacoli musicali di massa a favore delle serate benefiche, per superare le criticità che queste manifestazioni hanno causato in termini di decoro e sicurezza urbana

TAORMINA (ME) – Sarà la prima estate senza i mega concerti al Teatro antico di Taormina.

Alla fine è passata la linea dura del sindaco, Cateno De Luca, nel porre il veto all’organizzazione dei grandi spettacoli musicali di massa nella Perla dello Ionio, che portavano migliaia di persone registrando il sold out in cavea, ma mandavano in tilt la città in termini di viabilità, decoro e sicurezza urbana.

Non si conoscono gli eventi del cartellone estivo

Così, mentre il sito della Fondazione Taormina arte Sicilia è ancora in costruzione e non si conoscono gli eventi del prossimo cartellone estivo, ad eccezione della 70^ edizione del Film fest, in programma dal 12 al 19 luglio, il Comune ha riservato le serate al proprio esclusivo utilizzo.

Il verbale è stato approvato il 22 maggio dalla Commissione di valutazione per l’esame delle istanze pervenute, composta dal segretario generale, Giuseppe Bartorilla, e dai tecnici Vincenzo Barbagallo e Massimo Puglisi. Una serata nel mese di giugno, a uso esclusivo dell’Istituto comprensivo di Alì Terme.

Quattro le serate a luglio, per lo più dedicate al Festival musicale belliniano, e una al Centro di Cardiochirurgia pediatrica dell’ospedale San Vincenzo. Cinque spettacoli ad agosto, tra lirica e ballo. Sei serate infine, a settembre, sempre a favore del Festival belliniano e di alcune associazioni culturali.

Soddisfatte in questo modo le linee guida che l’Amministrazione aveva sottoscritto lo scorso febbraio, a cominciare dalla previsione che il Teatro fosse affidato a soggetti pubblici, enti o associazioni no profit, per finalità che non avessero scopo di lucro, ed eventuali raccolte fondi fossero autorizzate e rendicontate.

Avendo, quindi, seguito queste linee guida, si è stabilito che gli introiti dovranno essere destinati esclusivamente a coprire i costi, in ogni caso a carico del soggetto fruitore, inclusi quelli che il Parco archeologico di Naxos richiederà per le spese.

Ricordiamo inoltre che nell’ultima Finanziaria regionale sono passate alcune agevolazioni, secondo cui “qualora un bene immobile di competenza del Parco (in questo caso il Teatro antico) venga dato in concessione a privati per attività aventi scopo di lucro, è riconosciuto, per ogni singola concessione al Comune nel cui territorio ricade il bene, il 50% dell’importo sostenuto dal concessionario a titolo di canone concessorio”.

Un’altra norma approvata lo scorso luglio prevede inoltre che il Parco archeologico debba corrispondere al Comune nel quale ricade il bene anche il 15% sullo sbigliettamento per le visite ordinarie. Misure sulle quali l’amministrazione comunale ha basato l’atto di indirizzo per la gestione delle serate esclusive.

Comune fuori da Taormina Arte

È una contesa, quella tra il Comune e la Regione, che sullo sfondo vede contrapposti il sindaco di Taormina e il presidente della Regione, Renato Schifani. Ricordiamo infatti che, non solo il Comune era uscito da Taormina arte, ma lo scorso dicembre la maggioranza in Consiglio comunale aveva votato la nascita di un nuovo sodalizio, la Taormina in the World & Giuseppe Mazzullo foundation.

Si tratta di una kermesse culturale del tutto nuova ed esclusivamente taorminese, per differenziarsi dalla storica compagine che invece, dal primo di gennaio, ha mantenuto come socio unico soltanto la Regione, seppur col nome di Taormina.

A contorno di questa vicenda, infine, rimane la diatriba relativa alla gestione del Teatro antico, che De Luca vorrebbe nel pieno delle disponibilità del Comune, e per il quale esiste già un altro scontro legale. Taormina avanzerebbe infatti, qualcosa come 2,8 milioni di euro relativi agli incassi del periodo che va dal 2014 al 2016, stando alla convenzione all’epoca vigente sulla base della Legge numero 10/1999.
Risorse che corrispondono al 30% dei ticket d’ingresso, ma che la Regione ha sempre negato di riconoscere, rifiutando anche la recente mediazione proposta dai commissari liquidatori dell’ente.

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