Tar Sicilia: “Criticità in rapporti tra cittadini e Pa” - QdS

Tar Sicilia: “Criticità in rapporti tra cittadini e Pa”

Tar Sicilia: “Criticità in rapporti tra cittadini e Pa”

sabato 25 Febbraio 2023

Salvatore Veneziano nella sua relazione pubblicata in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023. Sul Pnrr spiega al QdS: "Difficoltà nella messa a terra dei progetti"

PALERMO – “La percezione dello stato dell’Amministrazione siciliana e della sua presumibile capacità di rispondere alle sollecitazioni derivanti dall’attuazione nella Regione dei programmi di investimento oggetto, tra l’altro, del Pnrr, è tutt’altro che positiva”.

Così il presidente del Tribunale Amministrativo Regionale per la Sicilia, Salvatore Veneziano, ha aperto la sua relazione in occasione dell’inaugurazione dell’anno giudiziario 2023 a Palazzo Butera a Palermo.
Veneziano è stato ancora più esplicito nel passaggio successivo: “Tale giudizio discende non solo dal generico rilievo di una perdurante, oggettiva, criticità nei rapporti tra cittadini ed amministrazioni denotanti un elevato grado di inefficienza della pubblica amministrazione, incapace di onorare oltre che le proprie obbligazioni (ottemperanze), anche gli elementari doveri procedimentali (silenzi e accessi), ma soprattutto dal rilevato calo dei contenziosi in materie che possono denotare lo svolgimento di attività amministrative qualificate, quali le autorizzazioni e concessioni, così come gli appalti”.

Nel dettaglio, vi è stata la flessione dei ricorsi in materia di edilizia (-164), di autorizzazioni e concessioni (-35), di armi (-33) e di informative antimafia (-12) solo parzialmente bilanciata dall‘incremento dei ricorsi in materia di sanità pubblica (+89), professioni e mestieri (+42) ed espropriazioni (+14). Riguardo alla sanità, si assiste ad un’emergente criticità, come riportato nella relazione, del “ritiro in autotutela dei bandi di gara adottati da Aziende sanitarie o ospedaliere ma anche dalla Cuc regionale, anche per importi elevati, a seguito della proposizione di ricorso da parte di operatori del settore che censurano clausole o vizi ritenuti addirittura ostativi alla partecipazione e/o alla utile formulazione in gara di offerte”.
In pratica, l’amministrazione sanitaria rinuncia a difendersi, creando pure bandi di gara poco chiari. Non a caso, il Presidente ha indicato nella relazione la “circostanza che l’amministrazione rinunzi a difendere i propri atti – pur utile ad evitare il contenzioso ed a risparmiare i relativi tempi – denota approssimazione nello svolgimento delle proprie attività nel nevralgico settore della provvista di beni e servizi”.

Con il Presidente Veneziano, abbiamo approfondito in esclusiva alcuni temi della relazione presentata ieri: “Le tre criticità – ci ha spiegato – che emergono dal nostro punto di osservazione sull’attività della pubblica amministrazione regionale sono la difficoltà nell’ordinario assolvimento degli obblighi procedimentali (silenzi, accessi e ottemperanze per il pagamento di somme di denaro), il deficit quali-quantitativo del personale delle pubbliche amministrazioni, con conseguenti lentezze nell’attività e modesta qualità amministrativa e la difficoltà della legislazione regionale ad esprimere politiche di ampio respiro, superando la prassi degli interventi ‘spot’ che troppo spesso non superano neppure il vaglio della Corte Costituzionale”.

Da parte sua, il Tar Sicilia ha ridotto da 1.800 ricorsi ultra quinquennali pendenti a 1.000 nel 2022, mentre dei 2.200 ricorsi ultratriennali pendenti nel 2021 ne sono rimasti 1.500 nel 2022. Tutto questo lavoro è stato svolto con un personale risicato solo 13 giudici incluso il presidente contro un organico di 24 unità previsto. Tuttavia, l’obiettivo posto da questa amministrazione è di ridurre del 70% il numero delle cause pendenti dal 2019 entro il 2026, azzerando, nel frattempo, i ricorsi pendenti ultra quinquennali.

Sul Pnrr, il Presidente dice al QdS: “Le difficoltà di applicazione in Sicilia del Pnrr conseguono alle rilevate criticità, sostanzialmente si rilevano difficoltà nella ‘messa a terra’ dei progetti, ordinari e ex Pnrr, per la corretta ‘finalizzazione’ dei finanziamenti e la realizzazione delle opere previste. Lo stallo del contenzioso appalti, spesso relativo a vecchie procedure di gara, denota l’assenza di nuove iniziative e, quindi, l’incapacità di rispondere positivamente alle ‘semplificazioni’ che in tema sono state adottate già per l’uscita dalla crisi economica e sociale post Covid e che avrebbero dovuto trovare applicazione per la realizzazione dei primi progetti finanziati con il Pnrr. Ciò non lascia ben sperare per il futuro, tanto più in considerazione del fatto che la futura entrata in vigore del nuovo codice appalti provocherà probabilmente una prima fase di rallentamenti dovuti alla necessità di maturare un corretto approccio con la nuova normativa”.

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