Con un coup de théâtre, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha fatto approvare dal Governo il decreto legge n. 104, pubblicato sulla Guri n. 186 del 10 agosto, con il quale vengono tassati i super profitti straordinari ottenuti dalle banche in conseguenza dell’inflazione.
Cos’è successo? Ve lo diciamo in due parole: l’inflazione ha fatto schizzare in alto gli interessi incassati dalle banche su imprese e privati; le stesse, però, non hanno alzato in proporzione gli interessi corrisposti ai risparmiatori. Conseguentemente la differenza tra interessi attivi per le banche e passivi per i clienti ha generato i super profitti prima indicati.
È evidente che tali super profitti non sono conseguenti alla gestione bancaria, bensì alle insensate sanzioni alla Russia che hanno prodotto prezzi alti dell’energia e di altre materie prime e innescato il tremendo fenomeno della speculazione.
Inflazione e speculazione stanno danneggiando fortemente le economie dei Paesi europei.
Era giusto che il Governo tassasse i super profitti delle banche, ma ha dimenticato altre tre grandi categorie di imprese che, dal quadro che precede, hanno avuto vantaggi tramutatisi in super profitti.
Ci riferiamo alle industrie farmaceutiche, perché “grazie” al Covid hanno enormemente aumentato i guadagni e i margini sugli stessi. È vero che gli utili di esercizio verranno tassati, ma il Governo ha messo in discussione super utili non conseguenti all’abilità degli amministratori, bensì ad eventi straordinari. Non si vede perché, essendosi verificata la stessa situazione delle banche, anche le industrie farmacuetiche non siano state sottoposte alla tassazione dei super profitti.
Ancora, le industrie delle armi sono state avvantaggiate perché, improvvisamente, il Governo ne ha comprate in quantità per poterne inviare in soccorso del Governo ucraino.
Tali industrie ne hanno approfittato – come abbiamo scritto più volte – per smaltire i residui di magazzino e aumentare la produzione delle armi richieste dal Governo, con la conseguenza che i loro fatturati sono aumentati e anche i super profitti.
Ancora, le industrie energetiche hanno colto la crisi per l’aumento cospicuo dei prezzi dei loro prodotti tra cui benzina, gasolio, gas e altri. Anche in questo caso hanno conseguito super profitti, come banche, armieri e industrie farmaceutiche, ma, contrariamente alle banche, questi super profitti non sono stati tassati. Ci chiediamo perché questo comportamento irragionevole da parte del Governo: figli e figliastri?
Forse le lobbies di armieri, industrie farmaceutiche ed energetiche sono più forti di quella bancaria? Forse il Governo ha voluto colpire l’opinione pubblica con “un atto coraggioso” facendo vedere che si è scagliato contro la corporazione bancaria, prelevando risorse ai colossi da distribuire ai cittadini più poveri? Forse non è riuscita a resistere – come prima si scriveva – alle lobbies potentissime di armieri e società farmaceutiche, nonché a quelle delle società dell’energia?
Per queste ultime possiamo dire che ve ne sono parecchie di proprietà dello Stato, per cui se il Governo le avesse tassate, le avrebbe, a partita di giro, impoverite. Forse per questo motivo ha preferito non intervenire in questo settore, che ha beneficiato della guerra russo-ucraina.
I fatti sono quelli elencati ed incontrovertibili. Vi possono essere giustificazioni. Ma, essi restano tali e quali e cioé che in definitiva, vi è stata una differenza di trattamento tra le banche da un lato, e le industrie farmaceutiche, energetiche e delle armi, dall’altro.
Non abbiamo sentito né la presidente del Consiglio, né il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, né altri che spiegassero all’opinione pubblica tale comportamento diseguale che noi abbiamo avuto il dovere di portare alla vostra attenzione, anche in solitaria.
Non ci preoccupa dire la verità anche se scomoda, come facciamo da quasi mezzo secolo, anche attirandoci l’antipatia di chi si sente colpito. Non sono personalismi. Ci interessa valutare i comportamenti delle istituzioni in quanto tali e di chi le rappresenta. Non importa chi non capisce la differenza tra l’aspetto umano e quello istituzionale.

