Tasse e senso civico - QdS

Tasse e senso civico

Tasse e senso civico

Salvo Fleres  |
mercoledì 28 Febbraio 2024

Il benessere, la qualità della vita, il senso civico non sono doni da attendere

L’Italia ha un indice di tassazione, diretta e indiretta, molto alto. Il sistema fiscale nazionale, infatti, in un modo o nell’altro, sottrae ai cittadini il 42% del reddito prodotto, talvolta anche molto di più. Si tratta di una cifra elevatissima, che colloca il nostro Paese al settimo posto in Europa, dove la media è del 40,3%, soprattutto se si legge il dato in rapporto con il Prodotto Interno Lordo, con il reddito medio della popolazione e soprattutto con la qualità dei servizi offerti ai cittadini. Prima di noi ci sono la Francia, con una pressione fiscale pari al 48,3%, il Belgio, con il 47,2%, la Danimarca, con il 45,9%, la Svezia con il 44,4%, l’Austria, con il 42,8% e la Finlandia, con il 42,4%.

Di contro, i Paesi con una tassazione più bassa della nostra sono l’Irlanda, con il 23%, la Romania, con il 27,1%, la Bulgaria, con il 29,9%, la Lituania, con il 30,5% e la Lettonia, con il 31,4%. Per quanto riguarda la tassazione delle pensioni in Europa, secondo l’Ufficio statistico dell’Ue, nel 2016, che costituisce il dato più recente che è stato censito, l’Italia ha utilizzato il 16,1 per cento del suo Pil in spesa pensionistica, vale a dire oltre 270 miliardi di euro. Dopo il nostro Paese troviamo la Francia, con il 15,1 per cento, che, come abbiamo già visto, in ambito Ue, è anche la nazione dove si pagano più tasse. Paesi come Spagna (12,1 per cento) e Germania (11,8 per cento), invece, spendono meno in rapporto al PIL. Nel 2016 la media Ue era del 12,6 per cento e quella dell’area euro, a 19 Paesi, del 13,3 per cento.

Non sorprende, dunque, se ci siano sempre più pensionati italiani che decidono di andare a vivere all’estero. Una vera e propria fuga che, negli ultimi anni, ha interessato anche altri over 65 provenienti da Francia, Germania e Inghilterra, i quali hanno scelto destinazioni più vantaggiose di quelle del Paese natio, proprio per ciò che riguarda la pressione fiscale.

A pagare meno tasse sono i pensionati del Portogallo

Il prelievo in questo Paese è infatti molto vantaggioso, soprattutto per gli stranieri, dal momento che per dieci anni non vedranno tassati i propri assegni previdenziali: una vera pacchia alla quale molti hanno piacevolmente ceduto. È giusto lamentarsi di una simile situazione? Certamente sì. È giusto sentirsi frodati per servizi male o niente affatto erogati? Anche in questo caso la risposta è sì. È possibile cambiare la situazione, riducendo il carico fiscale che grava sui cittadini? Ancora una volta la risposta è sì. Tuttavia, bisogna rispettare alcune condizioni: la prima riguarda la consapevolezza di quale sia il senso della tassazione; la seconda è comprendere che lo Stato non è Babbo Natale; la terza è rendersi conto che la colpa non è sempre degli altri, ma anche nostra; la quarta è che se lo Stato chiede deve essere nelle condizioni di dare; la quinta è che evadere il fisco vuol dire far pagare di più chi non lo evade; la sesta è che tenere comportamenti illegali, illegittimi o semplicemente scorretti costa non solo a chi lo fa, ma anche agli altri che si comportano in maniera diligente.

I bilanci dello Stato “sballano” anche quanto gettiamo cartacce per strada

Di argomentazioni ce ne sarebbero tante altre, ma per ora è il caso di fermarsi qui, dato che i bilanci dello Stato non li alterano soltanto i tangentisti, i corrotti, i politici inetti, i burocrati incapaci, i magistrati descritti da Palamara, ecc. che certamente fanno la loro inqualificabile parte, ma che non sono i soli a sbagliare. I bilanci dello Stato “sballano” anche quanto gettiamo cartacce per strada; quando, pur potendo lavorare ed essendo perfettamente sani, percepiamo un reddito a cui non corrisponde una prestazione; quando pretendiamo la realizzazione di opere inutili; quando governiamo un Paese allargandone le differenze economiche e sociali; quando votiamo gente inadatta in cambio di qualche spicciolo o di qualche favore; quando danneggiamo i beni comuni, giusto per sfogarci un po’; quando, invece di partecipare attivamente alla vita pubblica, ci limitiamo a mugugnare e la smettiamo solo quando troviamo “l’amico giusto”, ecc.

Democrazia e la libertà vanno conquistate e difese ogni giorno

Intendo dire che la democrazia e la libertà, che come abbiamo visto non sono affatto scontate, ma vanno conquistate e difese giorno dopo giorno, si coniugano con il senso civico, con il rispetto degli altri, con la responsabilità, altrimenti non funzionano e preparano il terreno per regimi assai pericolosi, contro i quali i mugugni ed i lamenti non bastano, anzi, possono essere particolarmente pericolosi. Più volte si è parlato di qualità della vita, di senso civico, di educazione, di adeguatezza della classe dirigente, ma quante volte sono stati adottati provvedimenti che andassero in questa direzione? Quante volte si è sentita forte la chiamata verso il bene comune?

Quante volte ci siamo chinati per rimuovere una cartaccia o la deiezione del nostro cane? Quante volte abbiamo vinto la tentazione di evadere il fisco? Quante volte abbiamo votato con senso di responsabilità e non per rabbia, per invidia o in cambio di qualche innominabile “cortesia”?

Insomma, come si dice in questi casi, chi non ha peccato scagli la prima pietra, ma è meglio non scagliarne affatto e magari mettere insieme tutte le pietre non scagliate per costruire un nuovo edificio istituzionale in cui democrazia, libertà e solidarietà siano conquiste sempre più solide e si coniughino con responsabilità, legalità e partecipazione. Non è difficile, basta che a volerlo siano in tanti! Il benessere, la qualità della vita, il senso civico non sono doni da attendere da parte di qualche generoso o interessato extraterrestre in transito per il pianeta Terra, sono condizioni che si conquistano con impegno e passione, ma soprattutto trasformando lo sterile lamento in organizzato cambiamento.

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