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VIDEO | Telecontact a rischio, Caltanissetta scende in piazza: “Futuro incerto per 336 lavoratori”

La situazione di Telecontact Center S.p.A., azienda specializzata nei servizi di contact center del gruppo TIM, continua a destare forte preoccupazione a Caltanissetta, dove operano 336 addetti. La decisione del colosso delle telecomunicazioni di cedere la società alla DNA srl – impresa con sede a Palermo e capitale sociale di soli 10 mila euro – ha innescato timori e mobilitazioni nel mondo sindacale e istituzionale.

La vicenda a Caltanissetta

L’operazione, che riguarda circa 1.600 lavoratori a livello nazionale, è considerata dai sindacati una nuova forma di esternalizzazione priva di prospettive industriali solide, potenzialmente in grado di ridurre le tutele finora garantite dal gruppo TIM.

Il primo incontro di raffreddamento tra le parti si è concluso senza risultati: TIM ha confermato la volontà di portare avanti la cessione, in linea con le decisioni del proprio consiglio di amministrazione.

A Caltanissetta, la vicenda Telecontact ha innescato nelle ultime settimane un susseguirsi di iniziative istituzionali e sindacali. Tra queste, una seduta straordinaria del Consiglio comunale, durante la quale l’aula ha approvato all’unanimità una mozione a sostegno dei dipendenti della sede nissena. Il documento, frutto di una convergenza trasversale, ha sollecitato l’apertura di un tavolo di crisi presso il Ministero del Lavoro e il coinvolgimento congiunto di Governo, Regione, Prefettura e rappresentanze sindacali per monitorare da vicino gli effetti della cessione dell’azienda.

Il tavolo tecnico

Nei giorni successivi, il 10 novembre, si è tenuto il tavolo tecnico convocato a Palermo dall’assessore regionale alle Attività produttive Edy Tamajo, al quale hanno partecipato i vertici di Telecontact, le organizzazioni sindacali e i rappresentanti dei lavoratori. Presenti anche il sindaco Walter Tesauro, che ha richiamato l’attenzione sull’importanza della permanenza dell’azienda in città e sulla necessità di garantire stabilità alle famiglie coinvolte. L’incontro si è concluso con l’impegno a proseguire il confronto nelle settimane successive, in attesa anche degli sviluppi del dialogo tra Regione Siciliana e Ministero delle Imprese e del Made in Italy.

Parallelamente, sul piano sindacale, si è svolto questa mattina, 17 novembre, lo sciopero indetto da Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e UGL per esprimere preoccupazione rispetto agli esiti della cessione. Alla mobilitazione seguiranno due ore di astensione dal lavoro a fine turno fino al 16 dicembre, iniziativa con cui i lavoratori intendono mantenere alta l’attenzione sulla vertenza e sollecitare risposte chiare sul destino del sito nisseno.

Il sindaco Tesauro: “Serve chiarezza e tutela per i lavoratori”

L’Amministrazione comunale, guidata dal sindaco Walter Tesauro, segue con attenzione l’evolversi della vertenza, esprimendo piena solidarietà ai dipendenti coinvolti. “L’Amministrazione – ha dichiarato Tesauro – farà in modo di avere piena contezza della situazione, che rischia di mettere a repentaglio il lavoro e di generare incertezza tra tanti giovani e meno giovani che da anni operano con professionalità all’interno di questa importante realtà legata a Telecom”.

A queste dichiarazioni si sono aggiunte ulteriori precisazioni del sindaco, che in queste settimane ha intensificato il monitoraggio della situazione interna a Telecontact. Nel commentare le comunicazioni trasmesse ai dipendenti, Tesauro ha affermato: “In queste ore seguo con grande attenzione la situazione di Telecontact, una realtà importante per la nostra città e per i quasi quattrocento lavoratori che vi operano da anni con impegno e professionalità”.

Ha poi ricordato che, secondo le indicazioni aziendali, “l’azienda ha annunciato un processo di fusione con un’altra società, previsto entro il mese di dicembre”. Per questo, ha ribadito: “È mio dovere, come sindaco, avere piena contezza di ciò che sta accadendo e garantire la massima attenzione istituzionale, affinché siano tutelati i posti di lavoro e la dignità dei lavoratori e delle loro famiglie”. Un punto che ha voluto rimarcare con fermezza: “Caltanissetta non può permettersi di perdere un presidio occupazionale così importante”.

Una posizione ribadita anche in occasione dell’Assemblea nazionale dell’ANCI a Bologna, dove Tesauro – insieme al presidente del Consiglio comunale Gianluca Bruzzaniti e ai consiglieri Gambino, Palermo e Genovese – ha incontrato il Sottosegretario Alessio Butti, al quale la delegazione ha illustrato i timori della città per le ricadute occupazionali.

Anche il Partito Democratico di Caltanissetta ha espresso la propria posizione, definendo la cessione “un errore strategico gravissimo” e chiedendo un’azione immediata delle istituzioni regionali e nazionali. “Non basta esprimere preoccupazione – si legge nella nota stampa – servono atti concreti e immediati, un tavolo di crisi con Governo, Regione, TIM e sindacati per fermare questa ennesima operazione di esternalizzazione che penalizza il Sud e tradisce i lavoratori”.

Paura per tutele, condizioni di lavoro e futuro del territorio

L’incertezza generata dalla cessione ha acceso timori tra i dipendenti nisseni, che vedono nel trasferimento il rischio di un indebolimento delle garanzie contrattuali e di un peggioramento delle condizioni operative. I sindacati segnalano inoltre che il passaggio a una nuova società potrebbe incidere sulle prospettive professionali, con possibili ricadute sulla stabilità dell’intero sito produttivo.

La preoccupazione riguarda anche la città: Telecontact è infatti uno dei principali presìdi occupazionali del territorio, e un suo ridimensionamento potrebbe ripercuotersi sul commercio e sull’economia locale già fragile.

Lo sciopero di questa mattina si inserisce in questo scenario già teso: i sindacati hanno spiegato che i lavoratori attendono da TIM un progetto industriale chiaro e non un’operazione percepita come finalizzata principalmente a ridurre i costi. Il timore è che l’uscita di Telecontact dal perimetro dell’azienda comporti il rischio di un futuro incerto nel mondo degli outsourcer, mentre le competenze maturate nel tempo avrebbero potuto essere valorizzate dentro TIM attraverso percorsi di riconversione interna e non d’espulsione. Per questo, annunciano di voler proseguire la mobilitazione, chiedendo garanzie reali per una forza lavoro esposta a non poche vulnerabilità.

I dipendenti, dal canto loro, ribadiscono la loro netta opposizione alla cessione, definendo la protesta “non un capriccio”, ma la difesa della dignità professionale costruita in oltre venticinque anni di attività. Temono che l’operazione possa compromettere non solo il loro futuro lavorativo, ma anche l’equilibrio economico della città, e per questo chiedono un sostegno forte da parte dell’intera comunità nissena.

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