Coronavirus, terapie intensive, in Sicilia pochi gli anestesisti - QdS

Coronavirus, terapie intensive, in Sicilia pochi gli anestesisti

Serena Giovanna Grasso

Coronavirus, terapie intensive, in Sicilia pochi gli anestesisti

sabato 24 Ottobre 2020

Per l'Altems è conseguenza del recente dl che ha incrementato i posti letto "diluendo" la percentuale di medici per ricoverati dal 2,8 a 1,7 per cento (-0,9). Nella nostra regione previste 717 assunzioni di personale medico aggiuntivo, il numero più elevato a livello nazionale

PALERMO – In tempi di emergenza sanitaria come quelli attuali, non basta aumentare il numero di posti letto in terapia intensiva se a questo provvedimento non si accompagna anche un incremento del numero degli anestesisti. È proprio questo l’allarme lanciato da Altems (Alta scuola di economia e management del sistemi sanitari) con il dossier “l’analisi dei modelli organizzativi di risposta al Covid-19”.

Infatti, il centro di ricerca mette in evidenza come in conseguenza al decreto Legge numero 34/2020, che ha previsto su base nazionale un incremento di 3.553 posti letto in terapia intensiva rispetto ai 5.176 precedentemente disponibili, il rapporto tra il numero di anestesisti e rianimatori per posto letto in terapia intensiva si sia notevolmente ridotto. In particolare, in Sicilia prima dell’emergenza sanitaria il rapporto tra anestesisti e rianimatori e posti letto di terapia intensiva era di 2,8, ridottosi a 1,7 a seguito dell’implementazione di posti letto prevista dal dL 34/2020 e nonostante l’acquisizione di personale tramite bandi per posizioni a tempo indeterminato e determinato (dunque, si rileva una perdita media di 1,1 unità di personale per posto letto). In particolare, nell’Isola secondo la programmazione del dL 34/2020 il numero di posti letto in terapia intensiva è in crescita di 301 unità, rispetto alle 418 unità precedenti.

Questa riduzione ha caratterizzato indistintamente tutte le venti regioni italiane. In Calabria e nelle Marche si evidenzia il numero più contenuto di unità di personale dedicate per posto letto (in entrambi i casi pari a 1,4); il numero maggiormente elevato, invece, si evidenzia in Friuli Venezia Giulia (ovvero, 2 anestesisti e rianimatori per posto letto). Mentre se si considera la riduzione del suddetto rapporto, la regione che registra la contrazione più alta è la Valle d’Aosta (- 1.7), passando da 3,5 anestesisti e rianimatori per posto letto prima dell’emergenza a 1,8; al contrario, Veneto e Molise registrano il decremento minore passando rispettivamente da 1,9 a 1,6 e da 2 a 1,7. A livello nazionale il rapporto si attesta mediamente su 1,6 unità di personale per posto letto, con un decremento pari a 0,9 rispetto alle 2,5 unità precedenti al dL 34/2020.

Nell’Isola si contano 717 unità di personale medico aggiuntivo reclutate (di cui 700 derivanti dai 234 bandi già chiusi e 17 dagli 11 bandi ancora aperti), che hanno determinato un incremento pari all’8%. Ed è proprio la Sicilia a far registrare il numero maggiormente elevato a livello nazionale di unità di personale medico aggiuntivo, a seguire troviamo Lombardia (+615, di cui 583 reclutata dai 374 bandi già chiusi e 32 dai 30 bandi ancora aperti, con un incremento pari al 4%), Lazio (+362, determinati dai 120 bandi chiusi, pari ad un aumento percentuale del 5%) e Campania (+324, di cui 264 attribuibili ai 51 bandi già chiusi e 60 ai 19 ancora aperti, +4%). Complessivamente ammonta a quota 4.116 il numero delle unità di personale medico aggiuntive reclutate a livello nazionale.

Relativamente alla nostra situazione regionale, circa i due terzi del personale medico aggiuntivo reclutato è assunto con bando con specifico riferimento all’emergenza Covid-19 (469, pari al 65,4%), mentre il restante terzo con bando non facente esplicito riferimento all’emergenza coronavirus (248 unità, corrispondenti al 34,6% del totale).

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