Lo stato di salute del mercato termale in Sicilia, le prospettive di rilancio dopo la dura battuta d’arresto imposta dal Covid, gli interventi necessari in materia turistica, finanziaria e normativa. Sono i temi dell’incontro su “Il termalismo in Sicilia, parliamone e facciamo rete”, organizzato oggi dalla Regione Siciliana, in collaborazione con il Cefpas, al Palazzo Riso di Palermo.
“La Sicilia, tra i tanti tesori di cui la natura l’ha dotata – ha affermato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci – può vantare un patrimonio di sorgenti termali – non solo acque ma anche fanghi terapeutici – che per troppo tempo purtroppo è stato dimenticato, o peggio, ignorato, per colpa di tutti. A fronte dei tanti siti disseminati sul nostro territorio, che potrebbero offrire i percorsi terapeutici finalizzati alle cure che già gli antichi romani apprezzavano, o semplicemente i servizi richiesti da chi vuole concedersi un po’ di altrettanto salutare relax, sono pochissimi gli stabilimenti accreditati con il Servizio sanitario così come le strutture ricettive in grado di accogliere il turismo di questo particolare segmento. I dati dello studio realizzato da Federterme forniscono l’ennesima conferma: la Sicilia ha un fortissimo richiamo attrattivo, anche per il turismo termale, ma una offerta che è decisamente carente, soprattutto a confronto di altre regioni”.
“La nostra ferma volontà – aggiunge Musumeci – è potenziare e arricchire gli impianti termali siciliani che devono diventare attrattori turistici e fonte di reddito per i tanti operatori dell’Isola. Lavoriamo con convinzione per raggiungere al più presto questo obiettivo e, anche con questa giornata di lavoro e di ascolto, rinnoviamo l’impegno della Regione al fianco dei tanti operatori del settore del termalismo e del benessere che lavorano perché anche la Sicilia sia competitiva in un segmento in crescita esponenziale. Da noi il termalismo può diventare una straordinaria ricchezza e può esserlo dodici mesi all’anno”.