Termini Imerese fabbrica di batterie - QdS

Termini Imerese fabbrica di batterie

Carlo Alberto Tregua

Termini Imerese fabbrica di batterie

sabato 06 Marzo 2021

Basta Rdc e Cig

La vicenda della fabbrica ex Fiat di Termini Imerese è, per certi versi, incomprensibile. A suo tempo, l’allora amministratore della Fiat, Sergio Marchionne, diede un ultimatum a quel Presidente della Regione siciliana, Raffaele Lombardo, affinché adeguasse una serie di infrastrutture e desse disponibilità ad assumere alcuni costi, data la marginalità del sito, annunciando che entro il 31 dicembre di quell’anno, se le richieste non fossero state soddisfatte, la fabbrica sarebbe stata chiusa.
Lombardo fece orecchie da mercante e Marchionne mantenne la parola: era il 31 dicembre 2011.
Da allora, è iniziata la via crucis di quell’impianto industriale, con diversi soggetti che si sono alternati e che hanno dichiarato che volevano rivitalizzarlo, ma poi, sistematicamente, le dichiarazioni si sono risolte in un nulla di fatto e, in qualche caso, in note vicende giudiziarie, civili e penali.

Frattanto, dei circa mille dipendenti, tutti messi in cassa integrazione, una buona metà è andata in pensione, ma ancora oggi sono attivi i rimanenti.
Intorno a quello stabilimento vi è un assordante silenzio, nessuno prende iniziative che sistemino quei siciliani che soffrono da molti anni, ma soprattutto che rigenerino quei territori con una fabbrica attiva, funzionante, che riassorba mille unità.
C’è questa possibilità? La risposta è affermativa, basta trasformare impianti produttivi in altri idonei a costruire batterie per auto elettriche.
Come è noto, vi è un mercato avido di tali batterie, che non sono prodotte in numero sufficiente per le relative auto, con la conseguenza che l’insufficienza frena la loro produzione.
Elon Musk, inventore di Tesla, ha insediato una fabbrica di auto vicino Berlino e, a fianco, una fabbrica di batterie.
Dunque, il problema del nuovo orizzonte della elettrificazione automobilistica è proprio questa componente primaria, senza la quale le auto non possono essere costruite, con la conseguenza che sono diventati preziosi i prodotti della terra, come silicio, litio e cobalto, cioè materie prime indispensabili per le batterie.
Chi dovrebbe prendere l’iniziativa di cercare un imprenditore disponibile a rimettere in sesto il sito di Termini Imerese? Sicuramente Confindustria Sicilia, gestita da Alessandro Albanese, ma ancor di più la Regione siciliana, attraverso il suo assessorato alle Attività produttive.
Confindustria e Regione dovrebbero andare in tandem, la prima perché attraverso la Casa madre faccia uno screening fra tutti i produttori italiani ed esteri, la seconda perché dovrebbe mettere a disposizione una serie di incentivi regionali che si addizionino al forte sconto del 30%, già confermato, sui contributi fino al 2025 e, un po’ di meno, fino al 2029.
La Regione dovrebbe occuparsi di entrare in contatto con il ministero competente al fine di rendere perfettamente funzionante il porto per l’attracco di navi cargo veloci, atte a trasportare i prodotti finiti fino a Genova, in modo che essi vadano nei magazzini e nelle fabbriche di tutta Europa attraverso i treni veloci.

Di suo, la Regione dovrebbe farsi carico dei costi dei trasporti per 3 o 5 anni, in modo da neutralizzare la distanza del sito produttivo dai centri di utilizzazione. Inoltre, dovrebbe farsi carico di altri costi aziendali per rendere sempre più vivibili sul piano sociale il sito, circondandolo di ricettività, ristorazione, sanità, asili nido e simili.
Non abbiamo alcuna notizia che il citato assessorato regionale abbia preso l’iniziativa che indichiamo, per cui lo sollecitiamo ad attivarsi in quanto riportare al lavoro mille siciliani con relative famiglie, è essenziale per il fatto in sé, ma anche per l’effetto traino che avrebbe sull’indotto e quindi sulla occupazione conseguente e relativa.
Chiediamo al Presidente Musumeci di muoversi in questa e in altre simili direzioni perché, in attesa che si rimetta in moto la branca turistica, è indispensabile rivitalizzare questa area industriale e le altre, disseminate in tutta la Sicilia, anche se, affidate ai Comuni.
Ma la Regione non può esimersi dall’esercitare il ruolo guida dell’Isola. è suo compito e suo dovere.

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