I commercianti sono scesi in piazza per manifestare. Termini è in zona rossa da quasi un mese e loro non sanno più come andare avanti. Tra le richieste, anche l'apertura di un hub vaccinale.
“Noi oggi pomeriggio apriamo le saracinesche. Siamo stanchi. Non ce la facciamo più. I ristori non sono arrivati. Chi le pagherà le nostre bollette?”. Questo il grido di allarme lanciato dai commercianti e dagli artigiani di Termini Imerese questa mattina in piazza Duomo.
Presenti alla manifestazione la sindaca Maria Terranova, l’onorevole Luigi Sunseri, gli assessori Preti e Corpora e alcuni consiglieri comunali. I cittadini sono stufi delle proroghe della zona rossa.
Termini si trova in zona rossa da quasi un mese. “Stiamo attraversando un periodo molto difficile. É quasi un anno che affrontiamo il problema del coronavirus – commenta Emanuele Zammito, rappresentante legale della Novi Familia Cooperativa sociale, ente gestore del ristorante-pizzeria “Tocca a tia” – Da una parte dobbiamo affrontare la pandemia, dall’altra c’è la necessità di una vera programmazione per il futuro delle attività commerciali. Lamentiamo la mancanza di programmazione mantenendo la sicurezza su quello che è un problema grave, la pandemia – continua l’assistente sociale – e la mancanza d’attenzione rispetto allo sviluppo diverso che può e deve esserci, altrimenti è finita. Abbiamo avuto perdite del 100% – sottolinea -. Siamo chiusi già dal mese di dicembre. Non riusciamo più ad aprire perchè con questa alternanza di colori non possiamo programmare la riapertura delle attività”.
“Noi siamo un’attività nuova e abbiamo creduto in questo Paese – commenta Gennaro Filippelli, titolare del bar, pasticceria e caffetteria Crema e Cioccolato -, abbiamo iniziato la nostra attività lo scorso 12 gennaio. Ad oggi non abbiamo avuto nessun ricavo. Coprire le spese è sempre più difficile. Ci stiamo veramente arrampicando nell’impossibile. Non vediamo una via d’uscita”. Gennaro ci ha creduto, aveva un sogno che non è mai svanito. Ce la metterà tutta per continuare a lavorare. Però la situazione non è assolutamente facile. Non può programmare il suo futuro.
“Ad oggi viviamo in un mondo di incertezza – continua -. Le spese aumentano, le tasse si devono pagare. I ristori non li abbiamo avuti perchè siamo un’azienda giovane. Hanno sempre detto che i giovani dovevano investire in questa terra, la Sicilia”. Gennaro ha investito a 37 anni, è rientrato in quelli che erano i criteri, ma c’è stato sempre un cavillo che non gli ha permesso di subentrare e avere qualche aiuto.
“Questi aiuti, comunque, non ti permettono di andare avanti – aggiunge – è una molecola di ossigeno che ti mettono nei pomoni, ma sicuramente non ti permette di sopravvivere. Vogliamo più chiarezza sul futuro. Se questi contagi aumentano e non scendono sotto la soglia dopo quattro settimane, non è colpa delle attività che hanno chiuso o ridotto la mole di lavoro. Le cause bisogna trovarle fuori, come in piazza o nelle famiglie. Bisogna trovare una soluzione diversa per affrontare il virus, come i vaccini”.
“Questa zona rossa non serve a niente! – dichiara l’assessore Pippo Preti – I commercianti, gli artigiani, i ristoratori non ce la fanno più. È a rischio la tenuta sociale della nostra città. Stiamo chiedendo – ha aggiunto – una verifica sul dato dei positivi e chiediamo a gran voce l’apertura di un hub vaccinale a Termini Imerese. Perché ormai lo abbiamo capito tutti che dal covid-19 si esce solo vaccinandosi”.
Mario Catalano