La donna sarebbe riuscita a sottrarre al disabile, i 2,5 milioni di euro avuti in eredità dal padre
Accusata di ricettazione e circonvenzione di incapace, una badante, Giusta Sorrentino, è stata condannata dal tribunale di Termini Imerese, presieduto da Vittorio Alcamo, a sei anni di reclusione e a 9 mila euro di ammenda: avrebbe raggirato un giovane disabile di Misilmeri sottraendogli 2,5 milioni di euro avuti in eredita dal padre.
La storia risale a tre anni fa e le indagini sono state condotte dalla Guardia di finanza di Bagheria che aveva sequestrato la somma sottratta al giovane. A difendere il ragazzo, l’avvocato Salvatore Sansone, nominato dal tutore della vittima del raggiro.
Secondo la ricostruzione della procura, la badante aveva assistito il padre del disabile e alla morte dell’anziano avrebbe ricevuto in eredità la nuda proprietà di 31 immobili, tra cui 11 fabbricati, oltre a 450 mila euro.
La rimanente parte di eredità era stata, invece, assegnata al figlio.
La donna avrebbe fatto credere alla vittima di essere la compagnia del giovane e si sarebbe fatta donare la somma di oltre due milioni attraverso la dismissione di alcune polizze assicurative a suo tempo stipulate dall’anziano padre a favore esclusivo del figlio disabile. I soldi sarebbero stati depositati presso una società ungherese. L’accusa aveva indicato come complici della truffa il figlio della donna, Federico Traina, insieme all’avvocato Giovanni Di Martino, ma il tribunale li ha assolti entrambi. Assolto, come chiesto dallo stesso pm, anche il funzionario di banca Benedetto Aricò. (ANSA).