Le terrazze dello Stretto rinascono tra arte e turismo - QdS

Le terrazze dello Stretto rinascono tra arte e turismo

Lina Bruno

Le terrazze dello Stretto rinascono tra arte e turismo

venerdì 29 Marzo 2024

Comune e Demanio sono al lavoro per riassegnare le fortificazioni all’Ente locale. Una volta ottenute le concessioni si potrà procedere con i lavori di riqualificazione delle strutture

MESSINA – Le più belle terrazze da cui ammirare lo Stretto. Le fortificazioni che una volta proteggevano in modo circolare l’area tra Messina e la costa Calabra, adesso aspettano di esprimere le loro mille potenzialità.

Ci sono i Forti cinquecenteschi di Carlo V e quelli Umbertini dell’800, che hanno un valore storico e architettonico e possono quindi entrare nei circuiti turistici d’arte, ma anche ambientale e sociale, e che per questo si prestano a sviluppare progetti per il territorio. Tante vocazioni espresse in ordine sparso e mai canalizzate secondo una visione organica di valorizzazione. Non è mancato, invece, l’impegno di Enzo Caruso, prima come esperto e appassionato di Forti e adesso come assessore comunale con una delega ad hoc, oltre a quelle della Cultura e del Turismo.

“Portai qui il modello Venezia dove il Comune, grazie al sindaco Cacciari – spiega Caruso al QdS – aveva acquisito dal demanio i Forti per valorizzarli, dandoli in gestione alle associazioni. A Messina abbiamo riunito nel 2006 le associazioni che avevano in concessione demaniale i Forti e costituito una rete che, al di là delle Amministrazioni, è andata avanti. Una visione a cui si è dato seguito anche nel 2018, con la Carta di Corfù, un altro protocollo d’intesa che valorizza i forti d’Europa dando loro visibilità”.

Degli 8 Forti fruibili tre erano stati acquisiti dal Comune, Forte Ogliastri, San Iachiddu e Schiaffino. L’amministrazione del tempo però, dopo avere speso per Ogliastri un milione e 200mila euro con fondi del Piano urban Italia non rinnovò più la convenzione e la struttura per anni restò abbandonata.

“Per riottenere la concessione dal Demanio – dice Caruso – ci sono voluti 3 anni, l’abbiamo ottenuta a titolo gratuito a fronte di un impegno di spesa di 250 mila euro per il ripristino delle sale, del teatro all’aperto e del parco”. I lavori a Forte Ogliastri sono stati adesso avviati e l’assessore spera di potere rendere fruibile l’area questa estate. Dopo si dovrà fare un bando pubblico per la gestione e potrebbe essere una delle partecipate del Comune a farsene carico per attività sociali e artistiche.

In Sicilia per la concessione di un Forte il demanio vuole essere pagato il 10% del valore – sottolinea Caruso – nel resto d’Italia il passaggio è gratuito e questo è penalizzante. Per Forte Schiaffino stiamo provando ad avere un finanziamento con i fondi Fuan, in questo caso sono necessari diversi milioni di euro perché prima del ripristino è necessaria una bonifica; qui c’era il canile e vi hanno scaricato ogni tipo di materiale, il sito è stato anche vandalizzato. San Jachiddu non ha un titolare e il custode che si occupa di questo Forte agli occhi del demanio è un abusivo. Anche in questo caso il Comune non ha rinnovato la concessione e ce ne dovremmo occupare”.

“I processi ci sono e li stiamo attivando, – tiene a precisare Caruso -. L’obiettivo è arrivare ad un coordinamento unico da parte del Comune che faccia da garante davanti al Demanio per una promozione generale e per avere un canone più basso possibile; la spesa per la concessione, aggiunta ai costi di gestione, è diventata insostenibile per associazioni del terzo settore. Dal punto di vista militare nessun Forte poteva assolvere al proprio compito se non poteva contare su quelli che gli stavano accanto e di fronte. La stessa cosa dal punto di vista turistico, un Forte diventa attrattore solo se può contare sull’intero sistema. Con i comuni calabresi stiamo lavorando, Reggio ne ha tre e altri due ne ha Campo Calabro, che si aggiungono ai nostri 8, tra comune e associazioni”.

In preda ai vandali per anni anche Castel Gonzaga, sempre gestito dal Comune, e a dicembre sono stati consegnati i lavori per la sua riqualificazione, con apertura prevista entro due anni.

“Una fortezza mai restaurata come si deve e che una volta ripristinata – conclude Caruso – merita di diventare un polo culturale di forte attrazione. E’ una tipologia unica nel Mediterraneo, risale al 1500 come San Salvatore, Castellaccio e Rocca Guelfonia. Per rafforzare il sistema di collaborazione tra vari gestori è stata costituita anche l’associazione MedFort punto di riferimento di tutte le fortificazioni del Mediterraneo, a giugno faremo due eventi di promozione a Messina e a Reggio Calabria”.

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