Fa ancora discutere Claudio Giorlandino, direttore sanitario di Altamedica, uno dei medici da sempre più controversi sulla vaccinazione
Fa ancora discutere Claudio Giorlandino, direttore sanitario di Altamedica, uno dei medici da sempre più controversi sulla vaccinazione.
Ospite in una trasmissione televisiva, ha affermato che “la terza dose del vaccino non serve perché era tarato su un virus che non c’è più. Sono tarati soltanto per eccitare anticorpi contro la proteina Spike che muta continuamente.
Le varianti sono dovute appunto a questo mutamento. Chi fa un vaccino tradizionale e questo non lo è – ha detto Giorlandino citando gli studi in Israele – ha una difesa contro tutte le proteine non soltanto verso questa piccola proteina. E’ giusto vaccinarsi ma per cose che funzionano. Fare una terza dose di vaccino per un virus che è mutato serve a poco”.
I VACCINI “NON GARANTISCONO NULLA”
Claudio Giorlandino ripete che i nostri vaccini “qualcosetta fanno, ma non ci garantiscono niente”.
Alessandro Cecchi Paone, ospite della stessa trasmissione, ha replicato: “Mi perdoni ma cosa ha svuotato ospedali, cimiteri, ha fatto riaprire tutto e ci ha ridato la libertà se non il vaccino? Altro che deboli o insufficienti!”.
Il medico ribadisce che questo vaccino non funziona più bene perché agisce sulla proteina Spike che è mutata: “Erano validi nella prima fase, attualmente non servono più. Dobbiamo cambiare vaccino contro tutto il virus”.
LE POLEMICHE
Il professor Antonio Magi, presidente dell’ordine dei medici di Roma, contraddice il collega: “Il vaccino rallenta il tasso di infezione, lo studio di infezione in Israele citato prima è su un campione di poco più di 1 milione di persone e ha dimostrato che dopo 12 giorni dal booster la capacità di infezione si è ridotto di 11,3 volte e di ammalarsi del 19% anche rispetto alla Delta del Covid. Le difese immunitarie si alzano”.
Tuttavia Giorlandino non molla e cita studi terzi e anche “quelli in conflitto di interessi” sul vaccino attuale che ha sì salvato il mondo, ora va implementato per essere utile. Per dare forza alla sua teoria mostra più volte alla telecamera un grafico con i contagi in Israele: “Guardi che è successo, lo avevano sconfitto, ma quando è ripartito ha dato la stura ai tamponi rapidi che hanno sensibilità del 20-30% non del 90 come scrivono i bugiardini che fino ad aprile 2022 sono autoreferenziali. Questi tamponi rapidi hanno fatto sentire tranquilli e 15 giorni dopo è scoppiata l’infezione”.