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I tesori del territorio, torna la Camminata tra gli olivi

redazione

I tesori del territorio, torna la Camminata tra gli olivi

martedì 19 Ottobre 2021

Tanti appuntamenti domenica 24 ottobre in 134 città da Nord a Sud

Camminare tra gli olivi per riaccendere i riflettori su un’emergenza dimenticata: l’abbandono degli uliveti.

Domenica 24 ottobre in 134 città d’Italia si svolgerà la quinta edizione della Camminata tra gli olivi, promossa dall’Associazione nazionale Città dell’Olio con il patrocinio del ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e del ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare.

Quest’anno, sarà dedicata al tema del recupero degli uliveti abbandonati non solo finalizzato alla produzione di olio extravergine ma anche allo sviluppo del turismo dell’olio.

In una sola generazione, l’Italia ha perso più di un terreno agricolo su quattro e ha visto la scomparsa del 28% delle sue campagne (dati Coldiretti). Solo in Toscana sono 4 milioni gli olivi abbandonati e trascurati dal cui recupero si potrebbero generare un fatturato di 30-40 di euro in più di produzione di extravergine.

Lo scorso anno Ismea ha messo all’asta ben 386 terreni agricoli abbandonati in tutta Italia: oltre 10mila ettari che si trovano soprattutto tra Sicilia e Calabria. Di fronte a questa situazione sono necessari investimenti e piani di sviluppo che tengano conto del nascente interesse dei turisti per il l’oleoturismo.

La Camminata tra gli olivi è diventato un evento simbolo di ripartenza ma quest’anno vogliamo che sia anche un’occasione per rappropriarsi del paesaggio olivicolo e promuoverne il recupero e la valorizzazione”, commenta Michele Sonnessa, presidente delle Città dell’Olio.

Quest’anno sono 16 le Regioni coinvolte nella Camminata tra gli olivi. La Toscana primeggia con 21 città aderenti, segue la Sardegna (17), la Liguria e Veneto (12). Tre gli appuntamenti in Sicilia.

GLI APPUNTAMENTI IN SICILIA

BASICO

BASICÒ
Il Borgo di Basicò, sito a solo 12 km dall’Uscita autostradale di Falcone (A 20) 450 mt s.l.m., dal quale si gode una splendida vista sul golfo di Milazzo e sull’incantevole arcipelago eoliano e tutt’attorno una viva memoria storica, tramandata per secoli e rimasta impressa nell’andamento tortuoso dei vicoli, delle piazze, dei quartieri, è il luogo ideale per godere di un turismo sostenibile, naturalistico ed escursionistico.

Basicò è un luogo in cui il tempo acquista una dimensione particolare, giocata attraverso la trama fitta di continui rimandi che rimbalzano dal Medioevo al Settecento, all’antichità pre-ellenica. Si consigliano le visite alla Chiesa Madre di San Francesco d’Assisi a tre navate che custodisce diverse opere d’arte sacra e preziosi dipinti di scuola siciliana, oltre ad alcuni arredi sacri originariamente appartenuti alla chiesa di Santa Maria. Sottoposta a importanti rimaneggiamenti dalla fine dell’Ottocento, venne infine riconsegnata alla citta’ nel suo aspetto attuale nel 1930; la Chiesa di San Biagio ad una sola navata, risale al Cinquecento e conserva un bell’altare maggiore, raffigurante San Biagio vescovo scolpito in legno; il Monastero dei padri Basiliani e il Castello baronale De Maria che rappresenta il classico baglio siciliano, una costruzione di chiara ascendenza araba in cui si trovano coniugati l’aspetto difensivo e quello economico-produttivo propri della residenza feudale. Sui quattro lati del baglio, disposti attorno ad un’ampia corte centrale, si trovano le ali riservate rispettivamente al signore ed al suo seguito, al personale di servizio, agricolo e militare, ed infine alle stalle e ai magazzini. Da vedere anche Palazzo Foti, la Cappella di San Giovanni Galice e il Borgo di San Giovanni e le Cripte Basiliane ( XII secolo ) visibili dall’alto grazie ad una vetrata posta a protezione delle stesse in piazza Santa Maria. Fuori dal centro abitato disseminate nel territorio Le Fonti: ”Padella”, “Carruggeddu”, “Mustaffi”, “Biddicu”, “Caleria” e “Toscano”.

INFO PERCORSO
La Camminata, condotta da una guida pratica, dalla località Badiazza (cancello di accesso dell’azienda olivicola Flortecnica s.r.l.) si percorrerà la stradella interpoderale incastonata nel paesaggio tipico olivetato di Basicò. Al termine della camminata sarà possibile assistere al ciclo di lavorazione dell’olio e sarà visitabile il centro di imbottigliamento dell’olio. La giornata si concluderà con l’assaggio dell’olio novello e la degustazione di prodotti tipici del territorio.

castiglione di sicilia

CASTIGLIONE DI SICILIA

Castiglione di Sicilia risale al 1092 la prima denominazione di Castrileonis, in un documento di Ruggero I. Il toponimo significa “castello grande”: il suffisso accrescitivo aggiunto al latino medievale castellum indica regalità, come appare anche nello stemma comunale, che comprende un castello e due leoni accovacciati. Dal 1151 al 1236 il luogo figura nei diplomi come Castellio.L’abitato di Castiglione è posto su una collina che domina la sponda sud del fiume Alcantara. Si presenta dunque come un tipico centro d’altura, con le case disposte lungo un ripido pendio.

La visita al centro storico può iniziare dalla via Regina Margherita, che con il suo lastricato lavico conduce a piazza Lauria: qui, la semplice costruzione del Municipio, d’inizio Novecento, sorge sul luogo dell´antico Peculio, che consentiva la sopravvivenza dei cittadini negli anni delle carestie. Si arriva in salita a un´altra piazzetta, intitolata a Sant’Antonio, in uno dei quartieri più antichi di Castiglione, quello dei Cameni. Qui si trova la chiesa di Sant’Antonio, la cui costruzione ha avuto inizio nel 1601.

Dalla chiesa di Sant’Antonio, salendo per una ripida stradina si giunge dietro l’abside della chiesa di San Pietro, edificata nel 1105. Accanto a San Pietro, sorge la chiesa settecentesca di San Benedetto con annesso monastero. Da piazza Lauria si scende lungo la via Federico II per visitare la chiesa di San Marco di origine normanna (XII secolo) e quindi si sale una ripida scalinata che conduce ai ruderi di una fortificazione coeva o – più probabilmente – bizantina, chiamata Castelluccio (Castidduzzu).Sempre da piazza Lauria una panoramica strada conduce verso la basilica della Madonna della Catena, la chiesa più importante del paese. Più avanti, posto su una rupe d´arenaria, il castello di Ruggero di Lauria è di quasi certa origine normanno-sveva (secolo XII).Uscendo dal borgo e prendendo la via San Vincenzo, si trova un´altra fortificazione: un torrione cilindrico noto come Cannizzu risalente al XII secolo e simbolo della città di Castiglione. Proseguendo lungo la strada per Francavilla di Sicilia, appena superato il ponte sull´Alcantara incontriamo la chiesa di San Nicola.Poco più a ovest, in direzione di Randazzo e in aperta campagna, si trova una delle più interessanti testimonianze dell´architettura bizantina siciliana, la cuba di Santa Domenica. Le cube sono le cappelle erette da monaci basiliani tra il VII e il IX secolo. Questa di Castiglione, del VII secolo, è a croce greca con pianta quadrata e, come San Nicola, ha l’abside rivolta a oriente e la porta centrale a occidente

FICARRA

Ficarra, in provincia di Messina, sorge sui monti Nebrodi a 450 m s.l.m., in mezzo a boschi di ulivi e noccioli. Il territorio è diviso su tre colline, divise a loro volta da due valli in cui scorrevano il torrente di Brolo e un suo affluente.

La valle sud-occidentale, che divide il territorio di Ficarra da quello di Naso e Sinagra, è invece solcata dal torrente Naso (o Timeto). Il tessuto urbanistico di Ficarra è di chiara origine medievale, la prima notizia della esistenza di questo agglomerato urbano con l’odierno nome risalgono a un diploma del Conte Ruggero Normanno del 1082.

Infatti Ficarra viene citato nel 1198 nel registro della chiesa di Messina, come un comune in cui sorge una fortezza costruita nel periodo Saraceno, dal che si può dedurre che in un periodo pre-normanno, il paese sia stato un piccolo borgo arabo. Di questo periodo arabo-saraceno non esistono notizie: ma tra le numerose tracce che è possibile riscontrare, la più importante risiederebbe nel nome stesso di Ficarra, assimilabile etimologicamente all’arabo FAKHAR (Glorioso).

INFO PERCORSO
Itinerario storico – naturalistico “Sulle Tracce del Gattopardo”

I fruitori saranno coinvolti in una lezione passeggiata molto singolare, durante la quale potranno scoprire e identificare le piante monumentali di ulivo dei “personaggi albero” ispirati ai protagonisti del Gattopardo: “l’albero. Coniglio”, “l’albero Soldato”, l’albero Custode”, “l’albero Cacciatore”. Attraverso questi accostamenti si vogliono raccontare e far rivivere alcune vicende del celebre capolavoro di Giuseppe Tomasi di Lampedusa. Durante il percorso i partecipanti faranno una originale esperienza di dendrosofia attraverso il contatto fisico con gli ulivi e l’immersione intima e profonda con la natura.

L’itinerario si concluderà all’interno del Museo dell’Olio (antico frantoio) con il laboratorio del gusto dell’olio Evo della cultivar tipica “Minuta”.

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