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The Grand Wine Tour: enoturista di fascia alta vuole esperienze su misura

The Grand Wine Tour: enoturista di fascia alta vuole esperienze su misura

“Viaggiatore medio-alto spendente non cerca esperienze standard”

Milano, 5 nov. (askanews) – L’enoturismo di alta gamma sta cambiando pelle: meno interessato ai pacchetti preconfezionati, il pubblico del vino di fascia alta cerca esperienze autentiche, personalizzate e costruite su misura. È quanto emerge dall’analisi condotta da The Grand Wine Tour sui dati raccolti dal proprio tour operator nel biennio 2024-2025.

I numeri confermano la tendenza: nel 2024, il 73% delle richieste era già rivolto a tour personalizzati, ma nel 2025 la percentuale è salita al 91%. Parallelamente, è calato l’interesse per le esperienze standard acquistabili online, come le visite con degustazione. I tour di un giorno, del valore medio compreso tra 200 e 500 euro, hanno superato di gran lunga le formule più economiche e generaliste, solitamente comprese tra 80 e 120 euro.

Il profilo del nuovo enoturista è quello di un viaggiatore medio-alto spendente, proveniente soprattutto da Stati Uniti, Regno Unito, Australia e Canada. Si tratta di visitatori che non cercano semplicemente un assaggio di vino, ma esperienze immersive capaci di coniugare cultura, paesaggio e gastronomia. Le attività più richieste includono tour privati tra vigne e cantine, pranzi con i produttori, percorsi artistici e visite ai borghi storici.

L’associazione osserva un mutamento strutturale nel modo di intendere il turismo del vino: la degustazione non è più il centro dell’esperienza, ma una parte di un racconto più ampio che intreccia natura, cibo e cultura locale. L’incontro diretto con il produttore, il contatto umano e la personalizzazione dei percorsi diventano elementi determinanti nella scelta del viaggio.

“I numeri confermano una tendenza chiara” commenta Giovanni Minetti, presidente di The Grand Wine Tour, spiegando che “il pubblico dell’enoturismo di alta gamma desidera vivere esperienze che uniscano autenticità, attività all’aria aperta, abbinamenti gastronomici e un contatto diretto con chi produce il vino. Negli ultimi anni le richieste di tour su misura sono cresciute in modo significativo e le nostre cantine hanno saputo interpretare questa evoluzione. La valorizzazione del vino italiano – chiosa – passa da itinerari che creano connessioni reali, emozioni e memoria”.

L’analisi, pur confermando la crescita del turismo enologico di alta gamma, mette in evidenza una sfida per il settore: la necessità di adattarsi a un viaggiatore più esigente, che non si accontenta di una visita in cantina ma cerca esperienze integrate e coerenti con l’identità del luogo. In un mercato sempre più competitivo, il futuro dell’enoturismo italiano passa dunque dalla capacità di unire eccellenza, autenticità e relazione diretta.

Fondata nel 2017, The Grand Wine Tour riunisce 14 Cantine di rilievo distribuite in sette regioni italiane: Ceretto, Coppo, Michele Chiarlo, Tenuta Carretta e Villa Sparina in Piemonte; Torre Rosazza in Friuli Venezia Giulia; Bortolomiol, Costa Arènte e Zenato in Veneto; Castello di Fonterutoli e Carpineto in Toscana; Umberto Cesari in Emilia-Romagna; Casale del Giglio nel Lazio e Zisola in Sicilia. L’associazione è nata con l’obiettivo di promuovere un modello di enoturismo fondato sulla qualità dell’accoglienza e sull’integrazione tra vino, cultura e territorio. Il Marchio di Qualità di The Grand Wine Tour certifica gli standard di ospitalità delle aziende associate attraverso parametri definiti da un organo tecnico indipendente.