L’intervento, per il quale sono stati stanziati 5 milioni e mezzo di euro, consentirà di porre fine alle esondazioni di acqua piovana
Via libera alla progettazione delle opere di manutenzione del canale di gronda “Martinetti”, che si trova all’interno dell’area protetta della Timpa di Acireale. Ad occuparsene, così come stabilito dall’esito della gara espletata dalla Struttura per il contrasto al dissesto idrogeologico guidata dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, sarà un team di professionisti che fa capo alla Hysomar di Napoli.
L’intervento, per il quale Palazzo d’Orleans ha stanziato complessivamente cinque milioni e mezzo di euro, consentirà di porre fine alle esondazioni di acqua piovana che hanno reso altamente instabile il costone lavico che sovrasta la borgata di Santa Maria La Scala, minacciando frane che mettono a rischio le abitazioni che sorgono sul lungomare. Gli uffici, diretti da Salvatore Lizzio, hanno affidato questo primo appalto per un importo di 251 mila euro.
Schifani: “Step fondamentale per garantire la massima sicurezza”
«Sul canale, realizzato mezzo secolo fa – ricorda il governatore Schifani – da oltre trent’anni non viene eseguita alcuna manutenzione e ciò ha provocato gravi fenomeni di dissesto idrogeologico che hanno messo a repentaglio la pubblica incolumità. Oggi compiamo un altro fondamentale step per realizzare finalmente condizioni di massima sicurezza. Tutte le opere, tengo a ribadirlo, saranno rigorosamente realizzate nel massimo rispetto dell’habitat naturale della riserva e toccherà adesso ai progettisti pianificare un intervento che coniughi entrambi gli aspetti, di cui noi continueremo ad essere garanti».
Il canale “Marinetti” dovrà essere liberato dai massi e dai detriti che ne occludono, in più punti, il tracciato. Occorrerà intervenire anche sulle sponde e realizzare alcune vasche di laminazione. Sulla sommità della Timpa, inoltre, sarà posizionato un serbatoio di dimensioni più grandi, destinato a raccogliere le acque che provengono dalla Strada statale 114. Finora, infatti, si sono riversate lungo il ciglio della scarpata, destabilizzando di continuo il terreno e provocando movimenti franosi arrestati, fin qui, da reti d’acciaio che saranno comunque sostituite e rinforzate.
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