Ogni estate, pure in Sicilia, si ripete lo stesso dramma: roghi incontrollabili, emergenze estreme, territori devastati dal fuoco. Ma dietro le fiamme c’è molto di più: incuria, politiche insufficienti, mezzi carenti e una categoria di soccorritori spesso lasciata sola. Carmelo Barbagallo, segretario nazionale Fisi dei Vigili del Fuoco, in un’intervista al QdS.it denuncia con forza una situazione che si trascina da anni e che rischia di peggiorare. Ecco cosa ci ha raccontato.
Erba alta e nessuna manutenzione: terreno fertile per il fuoco
“Quest’anno la situazione non è tanto diversa dagli anni precedenti – ha spiegato Barbagallo -, ma l’inverno molto piovoso ha fatto crescere erbacce in maniera incontrollata. Il problema è che, rispetto al passato, la scerbatura è stata fatta molto meno, sia da parte dello Stato che dei Comuni”.
Con meno prevenzione sul territorio, la natura diventa un alleato involontario degli incendi. Le sterpaglie secche diventano micce pronte a esplodere al primo errore umano o al minimo gesto irresponsabile.
Il fuoco è quasi sempre causato dall’uomo
Il messaggio è chiaro: la prevenzione è l’unica vera arma, perché in certe condizioni nemmeno l’intervento più organizzato può bastare. “Purtroppo lo sappiamo: dietro la maggior parte degli incendi c’è la mano dell’uomo. E quando arriva una giornata con vento forte e temperature elevate, non ci sono abbastanza uomini o mezzi che possano tenere testa alla situazione”.
Più rispetto per la categoria, ma i problemi restano
“Negli ultimi anni – prosegue l’esponente del sindacato – ci sono stati piccoli miglioramenti: aumenti di organico, un po’ più di attenzione alla categoria. Ma tutto questo è stato possibile solo grazie a denunce e battaglie costanti. Troppi ancora fanno solo finta di difendere i lavoratori, spolverano le giacche dei politici ma non ci mettono mai la faccia”. Barbagallo sottolinea quanto sia importante un sindacato combattivo e presente, che denunci davvero i problemi invece di adattarsi al sistema.
“Quando c’è un incendio, non è solo un problema dei Vigili del Fuoco: è un problema di tutti. Siamo tutti popolazione. Se salta tutto, nessuno si salva”. L’appello è diretto e coinvolge ogni cittadino: la sicurezza parte dalla responsabilità collettiva. Evitare comportamenti irresponsabili, pulire i terreni, non “giocare col fuoco” non è solo un dovere civico, è un atto di difesa verso se stessi.
Mezzi vecchi e fondi scarsi: siamo lasciati indietro
A fronte di emergenze sempre più frequenti, in Sicilia gli strumenti per affrontarle restano inadeguati. Un paradosso che pesa sui vigili e sulla sicurezza di tutti. “Abbiamo ancora mezzi di servizio obsoleti – ammette Barbagallo -, pochi fuoristrada, mezzi che si guastano di continuo a causa del carico di lavoro. I fondi sono insufficienti: si investe più per future guerre che per chi soccorre ogni giorno la popolazione”.
La denuncia si fa ancora più dura: la salute dei vigili è messa a rischio anche dopo l’intervento. L’esposizione a sostanze tossiche, sommata all’uso di materiali pericolosi, è una bomba a orologeria. “Nessuno parla ancora di tutela sanitaria, né di studio delle malattie professionali. Combattere gli incendi significa respirare veleni: nelle sterpaglie non c’è solo natura, ma anche rifiuti, copertoni, amianto. E i nostri dispositivi di protezione sono spesso realizzati con materiali come i PFAS, cancerogeni. Tanti colleghi si sono ammalati. Alcuni sono morti”.
L’emergenza è ogni giorno, non solo quando c’è il fuoco
Il sistema prova a reagire, ma le soluzioni restano parziali e spesso inefficaci. Serve una rivoluzione nella gestione delle emergenze, prima che l’estate trasformi il Paese in un campo di battaglia. “Un passo avanti è stato fatto: grazie a una mia denuncia – ha detto ai nostri microfoni Carmelo Barbagallo -, in caso di allerta rossa si raddoppiano i turni, chi smonta resta a supporto. Ma anche se raddoppi le squadre, se non hai i mezzi, cambia poco. Si è fatto qualcosa, ma troppo poco”.
La mentalità non cambia: ecco il vero problema
“Il vero nodo resta la mentalità. Nonostante le emergenze sempre più gravi, molti continuano a ignorare il problema, o a far finta che bastino le parole. Ma finché non cambierà davvero l’approccio alla prevenzione e alla tutela dei lavoratori – chiosa il sindacalista -, la situazione resterà critica”.
L’appello di Carmelo Barbagallo non è solo un grido di allarme. È un invito a prendersi cura del territorio, a rispettare chi lo protegge, a pretendere scelte politiche lungimiranti. Perché il fuoco non aspetta e quando arriva, non guarda in faccia nessuno.

